City Hunter: Il Live Action di Netflix [RECENSIONE]

City Hunter e le trasmissioni su Teleregione e 7 Gold, più gli altri adattamenti live action.

city hunter netflix recensione

La serie animata su Teleregione

City Hunter: Alla fine degli anni 90 tra il 1997 e il 1999 quando avevo 11 e 13 anni, bazzicavo spesso su “Teleregione”, un canale regionale che passava qui in Puglia. Come molte televisioni locali teleregione aveva una sorta di gemellaggio con alcune televisioni del Nord. Canali regionali che non c’erano sulle nostre frequenze qui al Sud e quindi c’erano delle fasce orarie in cui Teleregione trasmetteva ciò che andava in onda su “Italia 7”.

Italia 7 la sera verso le 20 o giù di lì trasmetteva City Hunter! Ed è di lui che parlerò in questo articolo (a proposito mi scuso per l’assenza, mi rendo che sono passati 2 mesi da quando ho fatto il riassuntone a tutta la saga di Tremos!)
Tornando a City Hunter su Teleregone da Italia 7; mi bastarono pochi episodi per innamorarmi della serie e non c’era una sera che io non mi mettessi davanti alla TV per guardarlo. Storia già sentita no?

Però aspetta perché c’è un fatto! Che teleregione mandava City Hunter in onda ciclicamente.

Teleregione city hunter

Trasmetteva tutta la serie (che per inciso erano 114 episodi suddivisi in due serie) e appena finito, il giorno dopo ricominciava dall’episodio 1 fino di nuovo all’ultimo episodio, e poi di nuovo dall’episodio 1; ed io seguivo tutti i cicli, non c’era un episodio che io non avessi visto tre quattro volte, perché poi a volte c’erano anche le repliche al mattino, quindi c’erano anche dei periodi in cui lo guardavo la mattina prima di andare a scuola.

La mia ossessione per quest’anime

Ci sono puntate che avrò visto decine di volte! La cosa allucinante è che quando saltavano per errore un episodio (e io lo sapevo perché di solito i casi di City Hunter erano suddivisi in due parti!) o quando mandavano in onda per errore l’episodio del giorno prima (e sta cosa succedeva spesso!), non è che poi l’episodio saltato lo rimettevano il giorno dopo eh… no! Era perso! E per recuperarmelo dovevo attendere tutto il ciclo affinché loro tornassero di nuovo a trasmettere quella puntata.

Ero ossessionato da City Hunter, mi divertiva per la sua comicità mi faceva battere il cuore con quel velo sentimentale che aleggiava tra i due protagonisti, le musiche mi facevano impazzire (mi fanno impazzire ancora oggi!). Mi mettevo ogni sera davanti alla TV sintonizzato su Teleregione. Ed era un casino perché a volte la programmazione ritardava di 5-10-20 minuti, a volte saltava e io io stavo lì ad aspettare che finissero le televendite, le pubblicità di Padre Pio, le solite quattro puntate del cartoon della Warner che mandavano a ripetizione o gli episodi di “Very Strong Family” prima che si trasferisse su Telenorba.

City Hunter è stato anche il mio primo manga quello che mi ha fatto scoprire cosa sono i manga; un giorno mia cugina (che anche lei lo seguiva) si presenta con un fumetto di City Hunter comprato all’edicola, quelli della Starlight! Ce li ho ancora! Era strano si leggeva al contrario. Creta e Hunter si chiamavano Ryo e Kaori e non capivo perché.

Se devo pensare agli anime di cui mi sono innamorato City Hunter è stato certamente il primo, poi ne sono venuti altri ma ancora oggi quando mi faccio il rewatch delle serie storiche realizzate da Sunrise (è da qualche anno che non lo faccio dovrei rimediare!) oppure seguendo i recenti film d’animazione, la serie di Tsukasa Hojo (autore originale del manga) è ancora capace di farmi provare certe sensazioni e di farmi salire qualche brivido sulla schiena.
Da poco su Netflix è uscito il film Live Action: sarà riuscito a farmi entrare nel Mood del vero City Hunter?

Il live action di Netflix

Diretto da Yuichi Sato e scritto da Tsuro Mishima, è una produzione Netflix e HoriPro. Il film si apre introducendo il protagonista Ryo Saeba detto City Hunter (nel doppiaggio ITA delle prime serie dell’anime faceva proprio di nome Hunter). Ryo ha una agenzia insieme a questo socio Hideyuki Makimura (nel doppiaggio ITA dell’anime era Jeff). Makimura è un ex poliziotto e i due praticamente sono dei cacciatori metropolitani.

Ryo e Makimura accettano casi particolari che di solito hanno a che vedere con gli ambienti malavitosi di Shinjuku dove sono ambientati il film e la serie e vengono assoldati attraverso le lettere XYZ scritte su una lavagnetta pubblica. Ryo è un donnaiolo da strapazzo ma sul campo di battaglia è intrepido e inarrestabile, un tiratore perfetto. Che cosa succede? Che mentre loro stanno cercando su commissione questa influencer che era scomparsa, Makimura il socio di Ryo, indaga su una droga che era stata impiegata in guerra attraverso degli esperimenti che aumentano la forza delle persone per poi causarne il decesso solo dopo poche ore.

Ryo Saeba e Makimura

Makimura ha questa sorella Kaori (nell’anime italiano era Creta) a cui deve rivelare che ella in realtà non è davvero sua sorella ma fu adottata dal padre di Makimura il quale era un poliziotto che l’aveva presa con sé dato che, aveva abbattuto sul campo il vero padre di Kaori, che era un criminale.
Tuttavia un attimo prima che Makimura le riveli tutto, viene ucciso da uno di questi tizi che aveva per l’appunto assunto quella droga, la Angel Dust o se preferisci la polvere degli Angeli; e qui possiamo subito notare come il film riprenda la sottotrama principale del manga.

Infatti il manga è strutturato a casi ma il filo comune che lega tutta la serie è per l’appunto l’angel dust, un po’ come l’organizzazione nera in Detective Conan. Probabilmente non dirà nulla a chi ha seguito solo il cartone animato, poiché infatti l’anime all’epoca realizzato da Sunrise e trasmesso da Yomiuri TV, epurò completamente tutta la sottotrama della polvere degli Angeli.
Quindi Ryo insieme a Kaori che di fatto diventa la nuova socia di City Hunter, più l’aiuto di Saeko (nel doppiaggio nostrano era Selene o talvolta Selena a seconda dell’umore degli adattatori italiani), che è una bellissima detective che spesso collabora / sfrutta Ryo Saeba!

Insomma Ryo e Kaori con l’aiuto di Saeko vanno alla ricerca di Kurumi, l’influencer, per tirarla fuori dai guai e proteggerla ma anche per trovare la connessione con l’angel dust, scoprire chi ha fatto uccidere il fratello di Kaori e vendicarlo. Questa è la trama di City Hunter di Netflix, ma facciamo un passo indietro!

I precedenti adattamenti

City Hunter (1993): Hong Kong

City Hunter con Jackie Chun

Il live Action di Netflix non è il primo film di City Hunter con attori in carne d’ossa. In realtà erano stati già realizzati due film e una serie TV dell’opera di Hojo dai più disparati paesi, e adesso li andremo ad analizzare un attimino.

Partiamo col primo live action realizzato in assoluto su City Hunter, si tratta di una pellicola hongkonghese del 1993City Hunter – Il film” per la regia di Wong Jing con protagonista Jackie Chan, che non credo abbia bisogno di presentazioni, il quale è appunto City Hunter, più Joey Wong nei panni della Socia; la Wong interpretava la co-protagonista della saga di fine anni 80 Storie di fantasmi cinesi.

Quindi City Hunter del 1993, che dire? L’ho visto due volte questo film. Una quindicina di anni fa in italiano e poi in queste settimane in originale. Della prima visione non ricordavo assolutamente nulla. L’unica cosa che ricordavo di questo film era una sensazione. Ricordavo la fatica che avevo fatto la prima volta per arrivare alla fine questo. City Hunter realizzato in Hong Kong non c’entra veramente una mazza con l’opera di Hojo. In realtà è un film di City Hunter con Jackie Chan dentro che usa il Kung Fu.

Diciamo che è difficile evidentemente entrare nelle atmosfere comiche di questo tipo di commedie di arti marziali di quell’epoca. Il film secondo me ha una costruzione che annoia sin da subito e poi diciamo a tre quarti ti spara qualche coreografia niente male (vabbè è pur sempre Jackie Chan!) e poi c’è qualche siparietto divertente, c’è anche un citazione a Street Fighter che consiglio di recuperare assolutamente su YouTube… e per il resto si arriva a fatica alla fine, e ripeto non c’entra niente.

City Hunter (2011): Corea del Sud

Lee min ho drama coreano

Nel 2011 viene trasmessa una serie live action drama di produzione sudcoreana, basata su City Hunter e diretta da Jin Hyeok! Ora hai presente quando prima ho detto che il film hongkonghese con Jackie Chan non c’entrava niente?

Ecco, no! Quello qualcosina in fondo in fondo di City Hunter ce l’aveva, un frammento dell’opera originale si poteva intravedere. Questo drama di City Hunter ha veramente solo il nome, non c’è davvero niente ma niente che si può ricollegare all’opera di Hojo se non il titolo. Nomi diversi, storia completamente diversa, acconciature e vestiari lontanissimi.

Iil protagonista della serie, interpretato da un ancora acerbissimo Lee Min ho (che sarebbe quello della serie di Apple “Pachinko  -La moglie coreana”) più che Ryo Saeba ricorda Light Yagami… Aggiungici che non è un Don Giovanni, non fa i casi, non ha la socia gelosa, niente, questo drama coreano è un semplice mix d’azione.

Qualitativamente è così così, si fa guardare, simpatico, arrivati a metà ci si può anche appassionare (anche se ahimè ha un finale affrettato e a tratti inconcludente!), ma davvero questa serie TV coreana non c’entra niente. Un tizio lo potrebbe guardare e mai ricollegarlo a City Hunter (se non per il fatto che venga citato “city hunter”).

Cuty Hunter et le parfum de Cupidon (2019): Francia

Il secondo film realizzato su City Hunter non è asiatico ma francese scritto e diretto da Philippe Lacheau e intitolato “Nicky Larson e le parfume de cupidon“Nicky Larson?” ti starai chiedendo. Sì sì, si chiama Nicky Larson perché in Francia City Hunter fu re-intitolato così, quindi Ryo Saeba è diventato Nicky Larson (già l’Italia non era assolutamente l’unico paese che occidentalizzava i nomi!).

phillippe lacheau nicky larson

E com’è questo live action francese? ….niente male! Philippe Lacheau che tra le altre cose interpreta proprio Ryo Saba, cioè Nicky Larson, dimostra di conoscere molto bene l’opera di Hojo e confeziona una commedia d’azione indubbiamente divertente con anche buone tecniche di regia.

Certo i costumi quelli di Ryo e Falcon sono un po’ una carnevalata, ma il tutto è molto in salsa City Hunter; Umibozu o Falcon è identico… però, non lo so, io non lo sento qui City Hunter!

Cioè mi spiego è fedele, lo spirito bene o male è quello, diciamo che prende di più la parte demenziale di City Hunter anche se non manca qualche elemento drammatico un po’ forzato. E ribadisco che si vede che Lacheau conosce la serie, credo ne fosse un grande fan e ha fatto un lavoro divertente, tra l’altro ci sono anche dei suoni presi dall’anime e addirittura alcune OST dell’anime storico.

C’è addirittura una delle canzoni, perché City Hunter aveva un reparto di song che si sentivano spessissimo durante le scene d’azione. Una più bella dell’altra!E qui si sente footsteps una delle famose e più belle. Quindi, per me è promosso! Mettamente migliore di quello realizzato in Hong Kong, però non posso dire di aver provato le sensazioni dell’opera originale, e perché dico questo? Perché la versione di Netflix diretta da Sato invece ci è riuscita!

L’incarnazione di Netflix

Perché ha preso il cuore dell’anime e manga e lo ha portato sul piano fisico ma senza renderlo troppo posticcio e riuscendo a ricreare tutti quegli elementi che costituiscono generalmente la natura degli episodi di City Hunter riuscendo a creare quelle medesime atmosfere. Faccio un esempio; di solito il canovaccio dell’opera originale è Ryo e Kaori che vengono assunti per proteggere una donna da qualche malintenzionato.

Di solito questa donna ha una vita privata da condurre, spesso ha un lavoro particolare. E cosa succedeva nel manga e nell’anime? Che Ryo e Kaori entravano nella vita della protetta e questo era molto interessante perché dava vita a situazioni estremamente divertenti e sempre diverse da ogni episodio.

Ryo Saeba alla fiera cosplay nel film live action di City Hunter

Qui nel live action succede: Ryo e Kaori trovano Kurumi la ragazza che dovevano cercare e proteggere, lei fa l’influencer, infatti è una famosa cosplayer e deve partecipare a questo evento di cosplay, e si creano queste situazioni in perfetto stile City Hunter. Io ho davvero sentito l’opera di Hojo, qui tra l’altro oltre ad esserci delle gag che fanno sbellicare tipo quella degli otaku (cercando di non entrare troppo nel dettaglio per non fare spoiler…) hanno pure usato l’escamotage dell’evento cosplay per inserire elementi che nel film sarebbero risultati improponibili (se si ha la pretesa di portare la storia su un
piano un minimo realistico!).

Ma adesso passiamo al lavoro più convincente del film. Parlo ovviamente della scrittura e della messa in scena del personaggio di Ryo interpretato da Ryohei Suzuki che ha fatto un lavoro mostruoso. Lui è sempre stato un grande fan di City Hunter.  Sognava di interpretarlo. La mia insegnante di giapponese su Italki con cui ho avuto delle piacevoli discussioni sul film (e che mi ha fatto anche scoprire la versione francese) mi ha mandato delle interessanti interviste fatte a Suzuki dove si percepisce la passione con cui ha fatto questo ruolo ma anche di come conoscesse bene l’opera di Hojo.

Innanzitutto mi piace che abbiano fatto un compromesso fra la fedeltà al manga/anime con il riadattamento per la riduzione cinematografica, quindi se da una parte vengono ripresi paro paro degli elementi quali la Mini Minor (o Mini Cooper) di Ryo, dall’altra le sue vesti vengono un po’ riadattate (benché comunque il vestiario di City Hunter non sia nulla di trascendentale).

Ryohei Suzuki come Ryo Saeba

Però io non ho percepito l’effetto carnevale come nella versione francese. Il Ryo Saeba di Ryohei Suzuki ha proprio quelle caratteristiche che aveva nell’anime e sono messe in scena in maniera funzionale. Tipo Ryo è un personaggio che passa dalla totale imbecillità, ad una serietà di ghiaccio con uno schiocco di dita o viceversa. Nel live Action c’è stata una scena che è quella della Mokkori Dance (chi l’ha visto sa di cosa sto parlando!) che m’ha fatto spaccare dal ridere! Perché è una scena seria che col cambio di sequenza passa all’idiozia in perfetto stile City Hunter e funziona, non si sente l’effetto kitch.

Ma è proprio l’equilibrio tra serietà e comicità che non tradisce le aspettative. il lato di Ryo di uomo forte invincibile anche se non lo è si sente. Nel film hanno messo l’accento esattamente dove andava messo, chi guarda il film senza aver mai seguito l’opera originale tutte queste cose le percepirà.

Ed è esattamente così che dovrebbe essere un live action tratto da un’opera animata o cartacea, non deve essere una roba adatta solo all’appassionato ma deve essere anche per chi non l’ha mai seguito, e non è tanto il discorso trito e ritrito che si sente tra appassionati, ovvero che poi il fruitore si avvicinerà anche al manga e anime.

Sì questa è una buona cosa, però il fruitore deve potersi immedesimare nel film senza aver bisogno di aver mai seguito l’opera originale o di aver bisogno di andarsela a recuperare, ho già fatto questo discorso in un mio video registrato per Youtube intitolato “Dragon Ball e One Piece non si possono fare in live Action: Sarà vero?” in cui vista l’imminente uscita del live Action di One Piece si discuteva se fosse possibile realizzare live Action tratti da manga e anime; la risposta ovviamente è ed è sempre stata .

Ryo Saeba nell'armeria con Kaori Makimura nel film di City Hunter

Tornando a City Hunter di Netflix tutta la costruzione del film riflette in pieno la struttura dei casi di City Hunter; c’è ad esempio una scena dove Ryo va nell’armeria con Kaori e poi si scatena contro la banda nemica usando armi e munizioni a profusione.
Anche questo fatto che lui passi da piano A, Piano B, piano C, mi sono sentito immerso in quel mondo ma senza avere la percezione di stare a guardare una sfilata di cosplayer.

Elementi ricorrenti dell’opera originale

Poi c’è anche un altro elemento ricorrente di Ryo nel manga e anime, ossia che quando qualcuno dei suoi viene rapito (di solito Laori o la protetta di turno) lui in realtà sa già dove è stata portata, perché le ha in precedenza attaccato di nascosto un GPS, oppure il fatto che lui abbia numerosi informatori malavitosi di shinjuku che lo conoscono e sanno che non gli devono rompere le scatole! Gli autori sono stati bravi anche a creare il legame tra Ryo e Kaori; c’è stata una sequenza drammatica con i vetri che ricorda molto una scena della serie mi ha proprio dato sensazioni assai simili.

Sato ha discretamente diretto la pellicola e ha egregiamente diretto gli attori e poi ottima la sceneggiatura di Mishima. Il personaggio di Kaori (interpretato da Misato Morita) mi ha convinto pure. Certo non si vede quella Kaori proprio incazzosa dell’anime (anche lei c’è in una di queste interviste con Suzuki, è davvero tenera!)

Quanto a Saeko, forse ecco è quello meno riuscito. Perché… io credo per una questione di tempo, ma forse addirittura anche per una questione di politically correct, non lo so, allora…

Saeko nel film diciamo che non combatte, sta un po’ dietro le linee gialle, e mi è venuto da ridere perché; le hanno dato la posa uguale uguale a quella del manga!! Ma il fatto è che ce l’ha sempre, addirittura cammina con la posa.

Quindi è un personaggio che rimane in disparte, anche perché è stato quasi eliminato il fattore sfruttamento. Spiego, Saeko è una bellissima donna, e secondo me qui non è stato messo l’accento sulla sua sensualità (fermo comunque restato che il film non deve per forza essere fedele al 100%), e comunque Saeko sfrutta la sua bellezza per far fare a Ryo tutto quello che lei vuole, tant’è che lei nell’anime deve a Ryo un sacco di favori sessuali, diciamo pagamenti in natura. Nel film c’è un accenno a questo, perché lo si può leggere dal cellulare di Ryo che Saeko ha questo debito con lui.

Però la cosa si chiude lì, non viene spiegata, e secondo me chi non ha seguito la serie non potrà arrivarci. Quindi insomma un personaggio che al momento sembra incompleto. Diciamo che questo forse è l’unico difetto che ho riscontrato, ma non perché non sia fedele, ma semplicemente perché penso che sia un personaggio che possa dare molto di più.

Politically Correct?

A me è venuto il dubbio; non è che non hanno voluto approfondire la cosa per questioni di politicamente corretto? Perché comunque è una donna che sfrutta il suo corpo per ottenere ciò che vuole. In realtà Saeko nel manga/anime al di là di questo, è anche descritta come un eccellente detective, spaccaculi sul campo di battaglia. Chissà magari nel secondo film mi daranno più soddisfazioni.

E parlando di politically correct arriviamo anche al nostro Hunter. Ryo infatti nell’anime e manga mette letteralmente le mani addosso palpandole a tradimento alle clienti, che di solito sono bellissime ragaze, ma anche a tizie che ferma per strada. Ovviamente sono gag giapponesi figlie del tempo, che di solito terminavano con lui che si beccava un calcio lì dove non batte il sole o una martellata in testa (un po’ come il maestro Muten, o Genio delle tartarughe, di Dragon Ball!). Qui però non ce n’è traccia, e sinceramente da un prodotto Neflix me lo potevo immaginare.

Un altro aspetto forse rimosso per lo stesso motivo, è il fatto che Kaori nell’opera originale venga spesso scambiata per un uomo. Lo stesso Ryo molte volte la prende in giro per questo motivo. Il dubbio che abbiano tolto questa cosa perché potrebbe ricadere nel bodyshaming, francamente mi è venuto.

Comunque in conclusione, per me il live action di City Hunter di Netflix è più che promosso, io mi sono divertito, mi sono appassionato, ho sentito City Hunter, ho provato quei brividi, e li ho riconosciuti! Consiglio di guardarlo sia a chi ha seguito la serie, sia a chi non l’ha mai seguita. Infatti è anche un aspetto che apprezzo, il fatto di poter essere apprezzato da qualunque tipo di spettatore.

Zombie 100 e le Black Companies!


Da agosto 2023 è presente un film a tema zombie molto divertente su Netflix. Lo zombie movie in questione è intitolato “Zombie 100 – Cento cose da fare prima di non morire”. Il film di produzione giapponese è del 2023 per la regia di Yusuke Ishida ed è tratto da un manga (quindi parliamo di un live action) da cui peraltro è stato anche trasposto un anime dal titolo omonimo, che tuttavia il sottoscritto non ha mai seguito.

Zombie Movie Commedia

Zombie 100 è uno zombie movie con toni per lo più da commedia, ma anche con un pizzico di dramma. Il film si apre con questo ragazzo, Akira Tendo interpretato da Eiji Akaso, eccitatissimo mentre si reca in azienda perché questo è il suo primo giorno di lavoro. Molto divertente il fatto che quando Akira esce di casa saluta tutte le persone che incontra augurando “Buongiorno!” ricorda quasi uno di quei tizi che hanno seguito quei training in cui ti insegnano a dire buongiorno in maniera molto energetica a chiunque incontri per riuscire a rapportarti meglio coi clienti.

Arrivato in azienda fa le conoscenze, tutto bene, sembra un sogno, gli spiegano le sue mansioni, il presidente gli presenta il direttore, i colleghi e così via. Ed è divertente che Akira fa la classica riunione di bevute con i colleghi e quando stanno per andarsene dal locale, quest’ultimo è convinto di stare per tornare a casa… ma è qui che il direttore gli dice che in realtà deve tornare in azienda e continuare a lavorare; quindi Akira si trova già al primo giorno che fa gli straordinari!

Il direttore sfruttatore di Zombie 100
Zombie 100

Allora comincia ad essere messo sotto venendo letteralmente schiavizzato dal direttore in questo ambiente tossico, rendendosi presto conto di trovarsi in una condizione di sfruttamento del lavoro. In Giappone si chiama Burakku kigyō (ブラック企業), essenzialmente significa compagnie nere o se preferite la traduzione anglofona Black companies.
Quindi la routine del povero Akira ormai è quella di svegliarsi, andare al lavoro, tornare solo per dormire, per poi ricominciare. Non riesce neanche a pulire la sua stanza che ormai è sottosopra. In pratica ormai è uno zombie

La storia vera però parte solo adesso; Akira si sta recando al lavoro come tutti i giorni e scopre che ci sono Zombie dappertutto e quindi se la da a game, ma ovunque corre si trova non-morti davanti e da dietro e qui fa molto ridere (anche perché questa è la scena d’apertura del film), inizia a gridare “konomama jya” che significa “di questo passo” io mi aspettavo che dicesse “verrò morso o verrò ucciso” ed invece quello dirà è “kaisha ni okore shimau!” ossia “farò tardi al lavoro!”.

Sfruttamento sul lavoro

E fa morire dal ridere questo fatto che lui non sia preoccupato della sua vita, ma di fare tardi al lavoro, giusto per sottolineare quanto è sottomesso a questa vita, come se temesse di più i rimproveri del direttor, piuttosto che l’essere in pericolo di vita. Ecco a tal proposito io l’ho visto in originale (anche perché non c’è purtroppo il doppiaggio italiano) e l’ho guardato con i sottotitoli in lingua giapponese dato che studio la lingua e devo dire che il dialogato è abbastanza semplice in generale.

Ti stufa leggere? Guarda il video!

A proposito di questo, una curiosità; il titolo originale non è Zombie 100 – Cento cose da fare prima di non morire ma bensì Zon 100 – Cento cose che voglio fare prima di diventare Zombie (questa chiaramente è la traduzione letterale del titolo giapponese – n.d.a), una piccola differenza!

Insomma il nostro Akira Tendo si rende conto di trovarsi in un’apocalisse zombie così quindi riceve un messaggio da una sua collega. Lui ha grande ammirazione per questa collega che a lui oltretutto piaceva ma non si era mai dichiarato. Sempre questa collega, al lavoro quando parlava con Akira aveva fatto capire che le promozioni che lei riceveva non erano dovute al fatto che lei fosse speciale, ma evidentemente c’era sotto qualcos’altro e inoltre aveva fatto questa affermazione dove diceva ad Akira “a volte ci dimentichiamo cosa vogliamo fare davvero!”

Comunque Tendo tramite un SMS la individua dato che la collega gli aveva inviato la propria posizione e insomma Akira la trova con il presidente dell’azienda, con la quale la collega andava a letto… però ormai per lei è troppo tardi perché è stata infettata così Akira Tendo si dichiara, facendo quindi una cosa che avrebbe sempre voluto fare ma che non aveva mai fatto fino a quel momento!

È qui che decide di scrivere una lista di cose da fare prima di diventare zombie iniziando piano piano a fare tutto ciò che è scritto nella lista; cose semplicissime come pulire la stanza, fare un barbecue, dipingere un murales, fare campeggio e così via!

Le cose da fare prima di morire

Una delle cose che lui ha scritto nella lista è quella di trovare questo suo amico Kenzo e di scusarsi perché qualche giorno prima in un locale ci aveva litigato accusandolo di una vecchia storia; Akira e Kenzo erano giocatori di football nella stessa squadra, e questo amico Kenzo aveva sbagliato in finale un passaggio per il nostro Akira facendo perdere la partita permettendo alla squadra di guadagnare solo il secondo posto.

Kenzo l'amico di Akira. Attore di Kenshin e Alice in borderland


Kenichi detto Kenchoo è interpretato da Shuntaro Yanagi, che era uno dei tizi che stava in Alice in Borderland nonché uno degli sgherri del quarto film di Kenshin samurai vagabondo, (se non erro uno degli sgherri di Enishi). Comunque sia Akira Tendo va in soccorso anche di questo amico, e questa a grandi linee è la trama di zombie 100 (mi rendo conto di non essere bravissimo a riassumere le trame di un film XD).

Ovviamente l’apocalisse Zombie è solo un pretesto per rimuovere tutte le differenze sociali e metterci tutti sullo stesso piano poiché in un contesto del genere, il ricco ed il povero sono allo stesso livello. Insomma siamo sempre bene o male sul modello creato da George Romero con L’alba dei morti viventi, remakizzato da Zack Snyder nel 2004 (peccato che quello faccia cagare!).

Questo modello è stato usato innumerevoli volte tra cui dal notissimo The Walking Dead, strepitoso fumetto ideato da Robert kirkman da cui è stata tratta l’ancora più famosa e omonima serie televisiva, di cui una prima stagione altrettanto clamorosamente strepitosa e poi una seconda stagione di tutto rispetto ed una terza modestina… Da lì in poi un declino totale che purtroppo ha rovinato l’immagine di questa serie che era partita alla stragrande e di cui io reputo la prima stagione una delle cose più belle nel panorama delle serie televisive americane (sempre parlando della sola prima stagione!).

Tornando a Zombie 100, qui l’utilizzo dell’apocalisse zombie è ovviamente un pretesto per raccontare lo schiavismo sul lavoro ma anche di come spesso siamo così oberati dal lavoro o dalle abitudini quotidiane che scordiamo di fare ciò che vogliamo davvero fare. A volte finiamo per vivere come degli zombie e non ce ne rendiamo conto.

Ora vorrei fare una parte spoiler. Quindi se non avete visto il film e non volete rovinarvelo fermate qui la lettura dell’articolo.

SPOILER ZOMBIE 100

Allora praticamente Akira Tendo trova l’amico Kenzo in questo Love Hotel. Sostanzialmente è un albergo per intrattenere rapporti sessuali. Kenzo è in netta difficoltà perché anche la tizia con cui stava avendo un rapporto sessuale si è trasformata in zombie, ma per fortuna è legata (una prostituta parrebbe) e insomma arriva Akira e lo salva scusandosi con lui e monstrandogli la lista.

Praticamente Akira in questa lista ha anche scritto una cosa; egli vuole diventare un Super Hero cioè un supereroe per salvare tutte le persone; questa è una cosa molto giapponese, il giovane che sogna di diventare un supereroee. Allora Kenzo e Akira vanno per la città trovando delle persone, le salvano, inizialmente almeno perché alcune di queste muoiono dopo essere state infettate.
Tra queste c’è una ragazza che si chiama Shizuka che aveva salvato Akira in precedenza in un supermercato. Questa ragazza vorrebbe rimanere sola perché secondo lei è meglio che ognuno vada per sé, però Akira e Kenzo riescono a coinvolgerla nel loro viaggio in cui praticamente fanno le cose che vorrebbero fare prima di morire, quindi anche Kenzo più questa ragazza, Shizuka, si prestano al gioco andando alle terme, facendo paracadutismo e tante altre cose.

Anche Shizuka inizia non solo a cambiare idea sul fatto di stare da sola ma anche lei scopre il piacere di fare cose che non aveva mai fatto prima e che avrebbe sempre voluto fare.

Così il viaggio continua; Akira aveva scritto sulla lista che praticamente per diventare un supereroe aveva bisogno di una muta per gli squali, cioè anti morso di squali, e quindi si dirigono in questo acquario, quando arrivano lì però trovano il direttore della società di Akira che praticamente grazie alla struttura dell’acquario è riuscito a creare una sorta di centro per rifugiati di zombie, in cui sfrutta come forza lavoro i rifugiati e sfrutta gli zombie come protezione dagli sciacalli.

È paradossale perché in questa situazione Akira si ritrova nella stessa situazione di quando lavorava sotto le dipendenze di questo direttore, costretto ad un lavoro massacrante e ad uno sfruttamento totale. Infatti questo direttore continua a sfruttare le altre persone, questa situazione fa ridere ma allo stesso tempo è anche avvilente, anche perché il personaggio del direttore è proprio un tizio detestabile, messo in scena veramente bene.

Quindi Akira si ritrova a lavorare sotto il direttore perché in fondo pensa che così almeno sono al sicuro però i due amici Kenzo e Shizuka Finalmente lo fanno rinsavire portandogli la lista per fargli capire che è meglio vivere rischiando di morire piuttosto che vivere da zombie.

Lo Squalo-Zombie

Quando Akira è finalmente rinsavito, ecco che entrano gli zombie nell’acquario e quindi la situazione degenera, allora Akira si mette in moto per salvare tutti, ma che cosa succede quindi? Dagli acquari esce uno squalo-zombie che fuoriesce dall’acqua, lì per lì, lo squalo sembrerebbe innocuo perché sulla terraferma non potrebbe fare niente. Se non fosse che questo squalo Zombie ha mangiato delle persone che sono diventate zombie nel suo corpo e dal ventre dello squalo iniziano ad uscire le gambe di questi altri zombie che gli sfondano il ventre e quindi gli creano de factp delle gambe.

Lo squalo-zombie

Questo squalo Zombie può camminare; gli effetti visivi non sono perfetti però sono accettabili soprattutto in un contesto del genere, allora l’amico di Akira, Kenzo, gli dice che ogni supereroe ha bisogno del suo costume e gli dà la muta quella anti-squali, la stessa che lui voleva prendere. Quindi inizia ad affrontare lo squalo e gli zombie lo mordono, ma lui oltre a sentire il dolore dei morsi non si infetta perché è protetto dalla tuta.

Insomma alla fine insieme al suo Team, che sono i suoi amici, riescono con un’azione combinata ad uccidere lo squalo, qui peraltro si ripropone la storia del passaggio dell’amico di Akira che appunto aveva sbagliato questo passaggio perché aveva tentennato troppo. Stavolta accade la stessa cosa perché devono uccidere lo squalo con questo affare elettrico che insomma deve essere passato ad Akira che c’ha la muta (e che quindi non può subire scosse elettriche!) e che lui dovrà trasmettere allo squalo Zombie. Quindi Kenzo deve fargli questo passaggio e questa volta non tentenna e gliela passa.

Akira salva anche il direttore nonostante sia la persona peggiore del mondo e che continua ad essere una m***a. Insomma Il film si conclude con Akira che vuole fare per lavoro il supereroe. Sono aspetti della cultura giapponese che ricordano anche seria recenti come My Hero Accademy o One punch Man. In conclusione non è un filmone Sicuramente, ma è molto carino, divertente ed interessante proprio per le sue tematiche. Quindi questo era Zombie 100 – Cento cose da fare prima di non morire.

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The King of Pigs: Il K-Drama della Vendetta

Dwaejiui Wang internazionalmente conosciuto con il titolo inglese The King of Pigs ossia il re dei maiali, è una serie della Corea del Sud, o K-Drama del 2022 che mi è stata consigliata da un membro del mio gruppo Facebook “La Taverna degli amanti di anime manga cinema e serie TV” (a proposito se non sei ancora iscritto fallo subito).

K-Drama Live Action

Questa serie coreana composta di 12 episodi e autoconclusiva, diretta da Kim Dae-jin, prodotta da Studio Dragon e Hidden Sequence per la piattaforma di streaming coreana Tving.

Il drama di cui parlo in questo articolo è in realtà un live action di un film d’animazione coreano del 2011 diretto da Yeon Sang-ho che altri non è che il regista di Train To Busan ma anche del suo prequel spinoff Seoul Station, di cui adoro entrambi i film. Seoul Station a me ad esempio era piaciuto moltissimo, per certi versi lo preferisco anche al capostipite.

Comunque sia il Drama coreano fatto con attori in carne d’ossa si differenzia per un bel po’ di cose dal film d’animazione, ma a questo ci arriveremo. Allora di che cosa parla The King of Pigs? C’è questo tizio Kwang Kyung-min interpretato da Kim Dong-wook che praticamente sembrerebbe aver ucciso la moglie; sulla scena del crimine una detective chiamata Kang Jin-ah interpretata da Chae Jung-an trova questo messaggio scritto da Kyung-min in cui praticamente invita un altro detective a fare qualcosa insieme.

Praticamente questo detective che è Jung Jong-seok interpretato da Kim Sung-kyu è in realtà un amico d’infanzia di questo presunto omicida.

Durante le indagini Jong-seok e la detective Kang si rendono conto che questo Kyung-min sta in realtà cercando di compiere una vendetta nei confronti dei bulli che lo hanno tormentato a scuola nel periodo delle medie dove era presente anche Jeong-seok, vecchio compagno di scuola di Kyung-min, anche lui stesso una vittima di questi bulli. Quindi Jong-seok e la detective cercano di fermare Kyung-min.

Il mistero si infittisce quando si scopre che in realtà a lottare coi bulli c’era una terza persona, un terzo ragazzino che sembra essere la causa che ha scatenato la vendetta di Kyung-min e parrebbe essere il motivo per cui lui stia tirando dentro il vecchio amico Jong-seok e questa in breve è la trama di The King of Pigs.

La serie ha una narrazione parallela; abbiamo da una parte il presente in cui c’è l’indagine e c’è Kyung-min che va a vendicarsi dei bulli ormai adulti, e la narrazione del periodo delle medie in cui vediamo Jong-seok e Kyung-min subire le angherie di questi nulli.

Guarda la mia video-recensione sul tubo!

Bullismo in Corea del Sud

Qui innanzitutto va contestualizzata una cosa. Qui in Italia o qui in Occidente, evidentemente la parola bullismo non so quanto renda effettivamente. In Corea del Sud come in altri paesi asiatici, il bullismo è un annoso problema. Il bullismo mostrato in questa serie come in altre, es. “Non si siamo più vivi”, “The Glory” e via discorrendo, non è il bullismo che magari si può immaginare un italiano.

Parliamo di forti aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, persino di abusi sessuali, al punto da portare anche ragazzi al suicidio. Non è che da noi non ci siano queste cose però non sono sicuro che il termine bullismo da noi renda l’idea, perché succede che alcuni italiani guardando queste trovino esagerate le violenze mostrate. Non credo affatto che siano esagerate.

Il Drama live action rispetto al film d’animazione modifica molto il contesto; ne cambia la struttura trasformandolo da thriller psicologico, quale è il film d’animazione, ad un thriller vendicativo. Quindi qui nella serie ci sono personaggi che fanno mestieri differenti per una mera funzione narrativa.

La vendetta in The King of Pigs

Perciò c’è questo elemento della vendetta contro le persone ormai adulte che nel passato hanno compiuto questi feroci atti di bullismo cambiando completamente la vita della vittima o delle vittime. In alcuni aspetti ricorda anche quell’altra serie bellissima che è la già succitata The Glory, presente su Netflix. A tal proposito The King of Pigs che io sappia non è mai arrivata da noi.

Come dicevo poc’anzi, la serie rispetto al film d’animazione rimuove alcune parti oniriche che sarebbero state troppo assurde per una serie live action.

Anche se mantiene qualcosa in quel senso. Aggiunge anche dei personaggi funzionali alla narrazione e in molti concetti risulta differente. La cosa che mi ha stupito è che il personaggio scelto per il personaggio di Jong-seok ha una sagoma identica a quella del film d’animazione.

Comunque sia questa è una serie pazzesca capace di sorprendere ad ogni episodio. La serie come ho detto è incentrata sulla vendetta, quindi c’è questo cliché del “oggi il bersaglio è lui“, “poi c’è lui”, quindi tu in un primo momento sei convinto che la formula sia questa e invece… Io non voglio spoilerare ma quando lui va dai primi due bersagli a colpirli, tu ti aspetti che poi ci saranno gli altri bersagli ancora peggiori dei primi.

In realtà i bersagli che vediamo all’inizio sono i peggiori! E i flashback su questi primi bersagli anche dopo essere stati “espletati” nella parte adulta, noi continueremo a vedere i flashback da bambini quando questi bersagli continuano a bullizzare i nostri due protagonisti sfortunati; Jong-seok e Kyung-min, e perciò nonostante nella narrazione adulta i bulli, i peggiori, vengano puniti, noi continuiamo a vederli nella narrazione in cui sono ragazzini delle medie continuando a vederli mentre bullizzano i nostri protagonisti!

E questa cosa è pazzesca perché prima veniamo soddisfatti dalla vendetta, perché la serie ti colpisce nel profondo a vedere queste persone tormentate da questi bulli in quella maniera, quindi si ottiene soddisfazione a vedere Kyung-min vendicarsi con una vendetta spietata. Ma poi continuando a vedere gli episodi e guardandoli continuare a fare i bulli nei flashback delle medie è come se la vendetta del presenta non abbia cancellato nulla… come nella realtà!

La vendetta in The King of Pigs

Se per fare un esempio tu uccidi uno che ti ha fatto del male in passato, ciò non cancellerà quello che ti ha fatto in passato, e la serie dà proprio questa sensazione. Lui si vendica, ma quelle cose che ha subito sono ancora lì in loop nei suoi traumi.

Regia e messa in scena

La regia di Kim dae-jin è pazzesca ogni episodio crea uno stato adrenalinico sia nel passato che nel presente. gli attacchi dei Bulli e le risse sono messe in scena da manuale. Poi c’è la colonna sonora che mantiene la tensione a 1000. Ogni episodio mette un hype pazzesco per vedere l’episodio successivo.

Non è solo la vendetta, c’è qualcosa in fondo più grande tra i due protagonisti e la musica, mamma mia, in certi momenti è da brividi! Gli attori sono stati bravissimi, i bambini pazzeschi. In particolare quelli dei due bulli principali e di Jong-seok e Cheol. Le parti in cui vediamo le angherie dei bulli sono proprio crude!

Soprattutto perché Vediamo quanto pesa ai protagonisti questa situazione e quanto invece a questi bulli vada tutto per il meglio. Anche da adulti hanno vissuto come se niente fosse. Anzi hanno messo su famiglia e sono tutti tranquilli! Quindi manco a dire il karma… e invece le vittime dei bulli sono rimaste segnate per sempre, vanno dagli psicologi, hanno problemi in famiglia, hanno problemi nel lavoro.

Quindi la serie ti trasmette un senso di frustrazione e una voglia di vedere Vendetta. Insomma questo The King of Pigs è veramente una bomba, recuperalo subito e ti consiglio anche di vedere il film d’animazione.

Però ti consiglio di guardare prima la serie, perché secondo me ha dei colpi di scena pazzeschi.

Oltretutto, io trovo la serie molto più bella del film d’animazione (sicuramente mi avrà influenzato aver visto prima il drama, però io sinceramente lo reputo superiore al film di Yeon Sang-ho), e questo Drama entra di diritto tra le serie che ho adorato di più.

Differenze col film d’animazione

Potrei dire altre mille cose ma non voglio spoilerare una webserie quasi perfetta… quasi, perché c’era un punto in un episodio che non mi aveva convinto e che poi dopo aver guardato il film d’animazione ho compreso perché non mi tornava nella serie; sarebbe il punto in cui la polizia va a scuola a cercare Cheul…

È la scena in cui va all’obitorio con la madre, che secondo me nel drama ha poco senso per come è stata messa in scena, ed ho capito perché quando ho visto il film d’animazione! Avendo gli autori del drama cambiato delle cose, quella scena nel nel film d’animazione ha senso, nel drama penso proprio di no.

Per questo articolo è tutto, recuperati The King of Pigs perché è pazzesca, non credere neanche per un istante che queste serie valgano di meno di molte serie televisive americane. Anzi non fare l’errore che fanno molti di snobbarle e veditela. Poi se ti va lascia un commento sotto questo articolo per farmi sapere cosa ne pensi.

ATTACK ON TITAN LIVE ACTION: Recensione e Analisi

L’attacco dei giganti con attori in carne ed ossa: La delusione del Live Action di Attack on Titan!

Attack on Titan Live Action: Lo sapevate che nel 2015 è stato realizzato un live action de “L’attacco dei Giganti”? Parliamone! Per chi non mi conoscesse sono IRD – Il Recensore Delirante, ed oltre a fare video su YT, ora scrivo anche su un blog tutto mio; a proposito vi invito a leggere l’ultimo articolo da me scritto a proposito di una curiosità sulla serie di Fullmetal Alchemist.

Che cos’è L’attacco dei giganti?

Allora “Shingeki no Kyojin” anche conosciuto come “Attack on Titan”, o da noi “L’attacco dei giganti”, è un manga di Hajime Isayama da cui è stato tratto un anime che è diventato popolarissimo, prodotto inizialmente da studio WIT e successivamente da MAPPA.

Shingeki no kyojin anime studio wit e mappa

Il successo dell’anime è stato decretato non solo dalla particolarità della trama ma anche dalla spettacolarità delle animazioni.

Io personalmente mi sono molto appassionato alla serie animata, in particolare come è proseguita nelle stagioni successive alla prima. Io non sono d’accordo con chi sostiene che questa serie sia calata con le stagioni successive, anzi io penso che sia solo migliorata.

Per quanto riguarda il manga ho letto davvero poco, ora come ora sono fermo al primo volume!

Il Live Action di TOHO

Quindi come da introduzione, nel 2015 viene realizzato un live action, o meglio, un film in due parti: Shingeki no Kyojin: Attack on Titan e Shingeki no Kyokin: End of the world, diretti da Shinji Higuchi, il braccio destro, potremmo dire, di Hideaki Anno; lui infatti ha co-diretto “Shin Godzilla”, ed anche l’anime di “Nadia – Il mistero della pietra azzurra”.

Inoltre è stato l’effettista dei film di Gamera.

Ti secca leggere? Guardati la video-recensione: https://youtu.be/kvXffyDEEeE

Tra le altre cose, in Neon Genesis Evangelion il nome di Shinji Ikari si deve a lui, quindi Shinji deriva da Shinji Higuchi. Questo live action fu un insuccesso e rimase, come posso dire, in Giappone!

Non se n’è parlato molto in Occidente, o meglio se n’è parlato inizialmente, poi è rimasto un po’ nell’ombra, ancora oggi molti non sanno dell’esistenza di questo live action. Io l’ho visto in ritardissimo solo in questi giorni e… non che avessi aspettative, perché ne avevo già sentito parlare in maniera negativa, ma sono rimasto comunque molto deluso.

Personaggi

Armin, Mikasa e Hans

Eren e Mikasa nel live action di SNK

Allora partiamo da zero: Attack On Titan live action si apre con una scena con Eren, Mikasa e Armin, esattamente come succedeva nel manga, però questa scena già ci fa capire che il film apporta molte modifiche ai personaggi.

Infatti il rapporto tra Eren e Mikasa è completamente diverso, se nell’opera originale Eren e Mikasa hanno una sorta di rapporto più o meno tra fratello e sorella acquisiti, qui nel film invece si capisce che tra i due c’è una sorta di sentimento adolescenziale che sta per esplodere.

E Armin… non è biondo! Già, ma poi a quello ci arriverò e ne spiegherò il motivo! Armin è interpretato da Kanata Hongo che era quello che aveva interpretato Nishi nel live action di “Gantz”, ed anche Envy nel live action di “Fullmetal Alchemist”.

Nel film possiamo vedere il personaggio di Jean, possiamo vedere Sasha, che anche qui strafoga mangiando patate, carne e tutto il resto… E poi c’è il personaggio di Hans, interpretato da Satomi Ishihara, che abbiamo già visto e apprezzzato in Shin Godzilla; lei è sputata al personaggio dell’anime-manga, è veramente perfetta!

Hans interpretata da Satomi Ishihara, veramente azzeccata!
(ha avuto un ruolo anche in Shin Godzilla di Hideaki Anno)!

Gli altri invece si differenziano molto, e fra un po’ ci arriviamo.

Reiner o…?

Poi c’è questo tizio qui che è forte ed è un po’ robusto… immagino sia Reiner!?

Reiner, anzi Sannagi nel live action di Shingeki no Kyojin (AOT, SNK)

No! È un tizio che si chiama Sannagi! Questo qui è un personaggio originale di Attack On Titan live action e non è l’unico.

Infatti qui Reiner, Berthold, Conny, Krista e compagnia non ci sono e vengono sostituiti da altri personaggi.

Ad esempio ad un certo punto è comparso un tizio fortissimo col movimento tridimensionale, che è l’arma che nella serie i protagonisti utilizzano contro i giganti, poiché è l’unica arma che permette loro di combatterli; quando arriva questo tizio io ho pensato “Questo qui è Levi!”; gli somigliava pure un po’!

Ed invece è uno che si chiama Shikishima, e che tra l’altro dopo limona con Mikasa, ci arriveremo! Poi ci sono altri personaggi originali come questo Kubal interpretato dal grandissimo Jun Kunimura, poi c’è un altro tizio che si chiama Soda, anche quello interpretato da un attore noto in Giappone vale a dire Pierre Taki, e così via.

Mi aveva stupito che ci fossero così tanti nomi giapponesi in un’opera che in realtà è ambientata in una sorta di Germania alternativa; i nomi infatti nell’opera originale sono perlopiù tedeschi o comunque europei, ed infatti scopro che quella del live action è stata una voluta scelta stilistica di Higuchi.

Higuchi siccome voleva usare solo cast giapponese, ha preferito spostare il mondo di fantasia non più in una sorta di Germania alternativa -anche se non è la Germania, ma vabbè- ma bensì in una sorta di Giappone alternativo, quindi questo è anche il motivo per cui non ci sono biondi nel live action di Attack on Titan, come Armin appunto.

Jun Kunimura nell'attacco dei giganti (Kubal)

Beh, obiettivamente è una scelta che ci può stare in un live action, anzi nell’utilizzo di un cast prettamente nipponico appare la scelta più sensata!

Gli effettivi visivi

Comunque sia quello che mi interessava vedere erano appunto i giganti.

Volevo vedere come li avevano fatti ‘sti benedetti giganti, precisando che il sottoscritto non si era guardato alcun trailer e niente, preferendo guardare direttamente i film senza spoilerarsi o anticiparsi nulla.

Insomma volevo vedere com’erano i giganti!

Titano colossale nel live action di AOT

Come succede nell’anime e nel manga, dopo i preamboli, arriva questo gigante colossale che inizia a spaccare tutto e crea una breccia (n.b.: nell’anime c’è anche il gigante corazzato, qui non c’è, c’è solo il colossale).

Comunque sia arriva questo colossale; appena arriva si affaccia sulle mura come succede nell’anime, ed io, appena l’ho visto, ho pensato “Ok, se questa è la CGI, questo qui interamente non lo vedremo mai! Lo vedremo sempre affacciato!”. Ed infatti è stato così!

Come sappiamo dopo che il colossale crea la frattura nei muri dietro di cui l’umanità vive rinchiusa per proteggersi dai giganti che stanno fuori nel mondo, entrano i giganti “normali”.

Io ero curiosissimo di vedere come li avevano realizzati, ero anche scettico perché pensavo “se il gigante colossale è stato fatto così, allora come li faranno quegli altri?”. Signori e signori, ecco come li hanno fatti:

Non è CGI… Sono persone… Sono Persone truccate in costume che però sono sovrapposte in modo che sembrino giganti!

i giganti sono persone truccate

Praticamente utilizzano uno dei vecchi trucchi con cui realizzavano le serie sui giganti, quali Gamera, Godzilla, eccetera eccetera. Vabbè quindi per riassumere i giganti sono persone in costume con dei filtri digitali ai quali viene impiegata anche un po’ di CGI.

Diciamo che se non si è troppo pretenziosi non è neanche male, però a volte è troppo evidente che sono sovrapposizioni.

Quando i giganti iniziano ad entrare e le persone iniziano tutte a correre, lì devo dire che ci sono alcune scene splatter davvero niente male, ad esempio c’è una scena dove le persone si ammassano tutte in un posto, e lì secondo me hanno tirato fuori delle scene carucce, poi secondo me le scenografie non sono affatto male.

Tutto il resto…

Le musiche sono azzeccatissime; io ho riconosciuto subito Shiro Sagisu: Il musicista di Shin Godzilla ed anche di Neon Genesis Evangelion, Bleach, la serie storica di “Mila e Shiro”; anche i recenti film e serie di Beserk.

Un grandissimo musicista e qui secondo me le sue tracce sono azzeccatissime ed in qualche modo ricordano molto quelle realizzate da Hiroyuki Sawano per l’anime de L’attacco dei Giganti, quindi un’ottima scelta.

A questo punto arriva il gigante donna, diciamo che non l’hanno fatta neanche male. Il gigante donna nell’anime e nel manga, mangia una certa persona, qui invece la persona che viene mangiata è un’altra…. Infatti come dicevo il rapporto tra Eren e Mikasa è molto diverso, anche il fatto dei genitori di Eren, dei genitori di Mikasa, o dei genitori di Armin è molto diverso.

Ecco qui arriva il problema grosso di Attack On Titan Live Action; i problemi di scrittura!

Gigante donna nel live action dell'attacco dei giganti.

Lo sviluppo dei personaggi in questo film è quasi inesistente, il film spreca il tempo per mostrarci elementi di trama inutili, tipo c’è questa Hiana che sta nel gruppo di cadetti con Eren, Jean e gli altri. Questa Hiana però, non dà niente alla storia, ci sono continue scazzottate, c’erano pure nell’anime, ma qui sono infinite. Tra il primo e il secondo ci si perde il conto!

Shikishima sostituisce Levi!

Poi c’è questo Shikishima che è una sorta di Levi, ma più stronzo, che oltre a scazzottare con Eren ogni tanto slinguazza Mikasa…

E la Mikasa di questo film è veramente insignificante, è un personaggio che non funziona.

Eren d’altra parte per alcuni aspetti è simile all’Eren dell’anime, ma siccome loro non hanno enfatizzato il fatto che lui vuole uccidere i giganti.

O meglio, c’è la questione di lui che vuole sterminare i giganti, ma non trasmette quella rabbia, quell’odio che ha nell’anime, e quindi questa cosa IMHO indebolisce la forza del personaggio.

Poi c’è questa scena di questo gigante neonato che è completamente inutile ai fini narrativi, oltretutto nel film, come succedeva anche nell’anime, veniva spiegato che i giganti non hanno un sistema riproduttivo e quindi il gigante neonato stona perché se tu mi metti un gigante neonato mi fai quasi pensare che questi possano crescere!

Quindi il film, non sviluppando i personaggi, dando poche informazioni sui giganti, ma soprattutto sul movimento tridimensionale, e tutte ‘ste cacate di scene inutili, diventa noioso sin da subito.

Poi il film ogni tanto se ne esce con delle scene assurde, ad esempio c’è questa scena dove Sannagi, questo tizio robusto che se ne va in giro a spaccare i piedi dei giganti per farli collassare… Ad un certo punto evita il il braccio di un gigante, lo afferra per il braccio! Sì, afferra un gigante per il braccio e… de facto lo accappotta! (no non me lo sto inventando!)

Cioè praticamente fa la stessa cosa che fa Goku Super Saiyan 4 contro Baby in Dragon Ball GT quando Baby è in stato di Oozaru Gold (cioè in uno scimmione gigante dorato), ma nel contesto di Dragon Ball ha senso, e non perché è un cartone animato, ma perché proprio ha senso nel contesto narrativo di DB!

Qui no, qui sono giganti contro esseri umani normali, cioè ribadendo; questo qui accappotta un gigante a mani nude! Cioè è come se si vedesse uno prendere un camion e lanciarlo… senza senso!

Il primo film si conclude diciamo con il primo momento importante del manga-anime, cioè quando spunta il “gigante d’attacco”. Io cerco di non spoilerare troppo per chi non si è ancora letto o guardato questa serie molto affascinante. Quindi il primo film è interessante all’inizio e alla fine, tutto in mezzo è una noia! Il secondo film ha tutti i problemi del primo ma secondo me è meno peggio.

Anche se molti sostengono che il capitolo 2 sia peggio del 1°, secondo me invece il 2° è meglio. Pure “End of the world” ha infinite scazzottate, momenti in cui i personaggi gridano a squarcia gola, tra l’altro questo è un elemento tipico di molti film giapponesi, elemento che io non amo; intendo questa cosa di gridare e prendersi a cazzotti!

Non lo so, è un aspetto che funziona magari nei manga e negli anime, ma nei film non lo sopporto!

Il secondo film rivela come sono nati i giganti, perché esistono e cosa nasconde il governo. Queste rivelazioni sono completamente inventate, perché all’epoca il manga era ancora in corso d’opera e secondo me qui hanno fatto una cosa buonissima, perché altrimenti avrebbero dovuto aspettare molti anni prima di fare i seguiti.

Diciamo che alcuni aspetti delle rivelazioni somigliano all’opera originale, altre no. Il problema è che queste rivelazioni sono molto inconcludenti, secondo me andava dedicato più tempo piuttosto che alle solite scazzottate!

La fine di shingeki no kyojin (live action)

I combattimenti del secondo film tra il gigante d’attacco -che chi segue l’opera conosce bene- ed un altro gigante inventato nel film non sono proprio malissimo, dai! Diciamo che è una puntata dei Power Rangers in grande stile!

Ovviamente il “Gigante colossale”, come avevo previsto, lo si vede solo affacciato per tutto il tempo!

Quindi niente, il film ha una conclusione tutta sua e questa secondo me non è una cosa negativa, viene lasciata qualche porta aperta, ed il secondo film insomma è leggermente meno peggio del primo.

Qualcosina si guarda ma nel totale è una vera delusione, mi dispiace anche perché secondo me questo live action non è esecrabile come “Dragon Ball Evolution”, “I Cavalieri dello Zodiaco” o quello di “Death Note” di Netflix, perché questo è brutto, ma avrebbe potuto funzionare!

E perciò è perlopiù una delusione!

Quindi ditemi se l’avete visto, o se lo guarderete e fatemi sapere cosa ne pensate commentando questo articolo!