City Hunter: Il Live Action di Netflix [RECENSIONE]

City Hunter e le trasmissioni su Teleregione e 7 Gold, più gli altri adattamenti live action.

city hunter netflix recensione

La serie animata su Teleregione

City Hunter: Alla fine degli anni 90 tra il 1997 e il 1999 quando avevo 11 e 13 anni, bazzicavo spesso su “Teleregione”, un canale regionale che passava qui in Puglia. Come molte televisioni locali teleregione aveva una sorta di gemellaggio con alcune televisioni del Nord. Canali regionali che non c’erano sulle nostre frequenze qui al Sud e quindi c’erano delle fasce orarie in cui Teleregione trasmetteva ciò che andava in onda su “Italia 7”.

Italia 7 la sera verso le 20 o giù di lì trasmetteva City Hunter! Ed è di lui che parlerò in questo articolo (a proposito mi scuso per l’assenza, mi rendo che sono passati 2 mesi da quando ho fatto il riassuntone a tutta la saga di Tremos!)
Tornando a City Hunter su Teleregone da Italia 7; mi bastarono pochi episodi per innamorarmi della serie e non c’era una sera che io non mi mettessi davanti alla TV per guardarlo. Storia già sentita no?

Però aspetta perché c’è un fatto! Che teleregione mandava City Hunter in onda ciclicamente.

Teleregione city hunter

Trasmetteva tutta la serie (che per inciso erano 114 episodi suddivisi in due serie) e appena finito, il giorno dopo ricominciava dall’episodio 1 fino di nuovo all’ultimo episodio, e poi di nuovo dall’episodio 1; ed io seguivo tutti i cicli, non c’era un episodio che io non avessi visto tre quattro volte, perché poi a volte c’erano anche le repliche al mattino, quindi c’erano anche dei periodi in cui lo guardavo la mattina prima di andare a scuola.

La mia ossessione per quest’anime

Ci sono puntate che avrò visto decine di volte! La cosa allucinante è che quando saltavano per errore un episodio (e io lo sapevo perché di solito i casi di City Hunter erano suddivisi in due parti!) o quando mandavano in onda per errore l’episodio del giorno prima (e sta cosa succedeva spesso!), non è che poi l’episodio saltato lo rimettevano il giorno dopo eh… no! Era perso! E per recuperarmelo dovevo attendere tutto il ciclo affinché loro tornassero di nuovo a trasmettere quella puntata.

Ero ossessionato da City Hunter, mi divertiva per la sua comicità mi faceva battere il cuore con quel velo sentimentale che aleggiava tra i due protagonisti, le musiche mi facevano impazzire (mi fanno impazzire ancora oggi!). Mi mettevo ogni sera davanti alla TV sintonizzato su Teleregione. Ed era un casino perché a volte la programmazione ritardava di 5-10-20 minuti, a volte saltava e io io stavo lì ad aspettare che finissero le televendite, le pubblicità di Padre Pio, le solite quattro puntate del cartoon della Warner che mandavano a ripetizione o gli episodi di “Very Strong Family” prima che si trasferisse su Telenorba.

City Hunter è stato anche il mio primo manga quello che mi ha fatto scoprire cosa sono i manga; un giorno mia cugina (che anche lei lo seguiva) si presenta con un fumetto di City Hunter comprato all’edicola, quelli della Starlight! Ce li ho ancora! Era strano si leggeva al contrario. Creta e Hunter si chiamavano Ryo e Kaori e non capivo perché.

Se devo pensare agli anime di cui mi sono innamorato City Hunter è stato certamente il primo, poi ne sono venuti altri ma ancora oggi quando mi faccio il rewatch delle serie storiche realizzate da Sunrise (è da qualche anno che non lo faccio dovrei rimediare!) oppure seguendo i recenti film d’animazione, la serie di Tsukasa Hojo (autore originale del manga) è ancora capace di farmi provare certe sensazioni e di farmi salire qualche brivido sulla schiena.
Da poco su Netflix è uscito il film Live Action: sarà riuscito a farmi entrare nel Mood del vero City Hunter?

Il live action di Netflix

Diretto da Yuichi Sato e scritto da Tsuro Mishima, è una produzione Netflix e HoriPro. Il film si apre introducendo il protagonista Ryo Saeba detto City Hunter (nel doppiaggio ITA delle prime serie dell’anime faceva proprio di nome Hunter). Ryo ha una agenzia insieme a questo socio Hideyuki Makimura (nel doppiaggio ITA dell’anime era Jeff). Makimura è un ex poliziotto e i due praticamente sono dei cacciatori metropolitani.

Ryo e Makimura accettano casi particolari che di solito hanno a che vedere con gli ambienti malavitosi di Shinjuku dove sono ambientati il film e la serie e vengono assoldati attraverso le lettere XYZ scritte su una lavagnetta pubblica. Ryo è un donnaiolo da strapazzo ma sul campo di battaglia è intrepido e inarrestabile, un tiratore perfetto. Che cosa succede? Che mentre loro stanno cercando su commissione questa influencer che era scomparsa, Makimura il socio di Ryo, indaga su una droga che era stata impiegata in guerra attraverso degli esperimenti che aumentano la forza delle persone per poi causarne il decesso solo dopo poche ore.

Ryo Saeba e Makimura

Makimura ha questa sorella Kaori (nell’anime italiano era Creta) a cui deve rivelare che ella in realtà non è davvero sua sorella ma fu adottata dal padre di Makimura il quale era un poliziotto che l’aveva presa con sé dato che, aveva abbattuto sul campo il vero padre di Kaori, che era un criminale.
Tuttavia un attimo prima che Makimura le riveli tutto, viene ucciso da uno di questi tizi che aveva per l’appunto assunto quella droga, la Angel Dust o se preferisci la polvere degli Angeli; e qui possiamo subito notare come il film riprenda la sottotrama principale del manga.

Infatti il manga è strutturato a casi ma il filo comune che lega tutta la serie è per l’appunto l’angel dust, un po’ come l’organizzazione nera in Detective Conan. Probabilmente non dirà nulla a chi ha seguito solo il cartone animato, poiché infatti l’anime all’epoca realizzato da Sunrise e trasmesso da Yomiuri TV, epurò completamente tutta la sottotrama della polvere degli Angeli.
Quindi Ryo insieme a Kaori che di fatto diventa la nuova socia di City Hunter, più l’aiuto di Saeko (nel doppiaggio nostrano era Selene o talvolta Selena a seconda dell’umore degli adattatori italiani), che è una bellissima detective che spesso collabora / sfrutta Ryo Saeba!

Insomma Ryo e Kaori con l’aiuto di Saeko vanno alla ricerca di Kurumi, l’influencer, per tirarla fuori dai guai e proteggerla ma anche per trovare la connessione con l’angel dust, scoprire chi ha fatto uccidere il fratello di Kaori e vendicarlo. Questa è la trama di City Hunter di Netflix, ma facciamo un passo indietro!

I precedenti adattamenti

City Hunter (1993): Hong Kong

City Hunter con Jackie Chun

Il live Action di Netflix non è il primo film di City Hunter con attori in carne d’ossa. In realtà erano stati già realizzati due film e una serie TV dell’opera di Hojo dai più disparati paesi, e adesso li andremo ad analizzare un attimino.

Partiamo col primo live action realizzato in assoluto su City Hunter, si tratta di una pellicola hongkonghese del 1993City Hunter – Il film” per la regia di Wong Jing con protagonista Jackie Chan, che non credo abbia bisogno di presentazioni, il quale è appunto City Hunter, più Joey Wong nei panni della Socia; la Wong interpretava la co-protagonista della saga di fine anni 80 Storie di fantasmi cinesi.

Quindi City Hunter del 1993, che dire? L’ho visto due volte questo film. Una quindicina di anni fa in italiano e poi in queste settimane in originale. Della prima visione non ricordavo assolutamente nulla. L’unica cosa che ricordavo di questo film era una sensazione. Ricordavo la fatica che avevo fatto la prima volta per arrivare alla fine questo. City Hunter realizzato in Hong Kong non c’entra veramente una mazza con l’opera di Hojo. In realtà è un film di City Hunter con Jackie Chan dentro che usa il Kung Fu.

Diciamo che è difficile evidentemente entrare nelle atmosfere comiche di questo tipo di commedie di arti marziali di quell’epoca. Il film secondo me ha una costruzione che annoia sin da subito e poi diciamo a tre quarti ti spara qualche coreografia niente male (vabbè è pur sempre Jackie Chan!) e poi c’è qualche siparietto divertente, c’è anche un citazione a Street Fighter che consiglio di recuperare assolutamente su YouTube… e per il resto si arriva a fatica alla fine, e ripeto non c’entra niente.

City Hunter (2011): Corea del Sud

Lee min ho drama coreano

Nel 2011 viene trasmessa una serie live action drama di produzione sudcoreana, basata su City Hunter e diretta da Jin Hyeok! Ora hai presente quando prima ho detto che il film hongkonghese con Jackie Chan non c’entrava niente?

Ecco, no! Quello qualcosina in fondo in fondo di City Hunter ce l’aveva, un frammento dell’opera originale si poteva intravedere. Questo drama di City Hunter ha veramente solo il nome, non c’è davvero niente ma niente che si può ricollegare all’opera di Hojo se non il titolo. Nomi diversi, storia completamente diversa, acconciature e vestiari lontanissimi.

Iil protagonista della serie, interpretato da un ancora acerbissimo Lee Min ho (che sarebbe quello della serie di Apple “Pachinko  -La moglie coreana”) più che Ryo Saeba ricorda Light Yagami… Aggiungici che non è un Don Giovanni, non fa i casi, non ha la socia gelosa, niente, questo drama coreano è un semplice mix d’azione.

Qualitativamente è così così, si fa guardare, simpatico, arrivati a metà ci si può anche appassionare (anche se ahimè ha un finale affrettato e a tratti inconcludente!), ma davvero questa serie TV coreana non c’entra niente. Un tizio lo potrebbe guardare e mai ricollegarlo a City Hunter (se non per il fatto che venga citato “city hunter”).

Cuty Hunter et le parfum de Cupidon (2019): Francia

Il secondo film realizzato su City Hunter non è asiatico ma francese scritto e diretto da Philippe Lacheau e intitolato “Nicky Larson e le parfume de cupidon“Nicky Larson?” ti starai chiedendo. Sì sì, si chiama Nicky Larson perché in Francia City Hunter fu re-intitolato così, quindi Ryo Saeba è diventato Nicky Larson (già l’Italia non era assolutamente l’unico paese che occidentalizzava i nomi!).

phillippe lacheau nicky larson

E com’è questo live action francese? ….niente male! Philippe Lacheau che tra le altre cose interpreta proprio Ryo Saba, cioè Nicky Larson, dimostra di conoscere molto bene l’opera di Hojo e confeziona una commedia d’azione indubbiamente divertente con anche buone tecniche di regia.

Certo i costumi quelli di Ryo e Falcon sono un po’ una carnevalata, ma il tutto è molto in salsa City Hunter; Umibozu o Falcon è identico… però, non lo so, io non lo sento qui City Hunter!

Cioè mi spiego è fedele, lo spirito bene o male è quello, diciamo che prende di più la parte demenziale di City Hunter anche se non manca qualche elemento drammatico un po’ forzato. E ribadisco che si vede che Lacheau conosce la serie, credo ne fosse un grande fan e ha fatto un lavoro divertente, tra l’altro ci sono anche dei suoni presi dall’anime e addirittura alcune OST dell’anime storico.

C’è addirittura una delle canzoni, perché City Hunter aveva un reparto di song che si sentivano spessissimo durante le scene d’azione. Una più bella dell’altra!E qui si sente footsteps una delle famose e più belle. Quindi, per me è promosso! Mettamente migliore di quello realizzato in Hong Kong, però non posso dire di aver provato le sensazioni dell’opera originale, e perché dico questo? Perché la versione di Netflix diretta da Sato invece ci è riuscita!

L’incarnazione di Netflix

Perché ha preso il cuore dell’anime e manga e lo ha portato sul piano fisico ma senza renderlo troppo posticcio e riuscendo a ricreare tutti quegli elementi che costituiscono generalmente la natura degli episodi di City Hunter riuscendo a creare quelle medesime atmosfere. Faccio un esempio; di solito il canovaccio dell’opera originale è Ryo e Kaori che vengono assunti per proteggere una donna da qualche malintenzionato.

Di solito questa donna ha una vita privata da condurre, spesso ha un lavoro particolare. E cosa succedeva nel manga e nell’anime? Che Ryo e Kaori entravano nella vita della protetta e questo era molto interessante perché dava vita a situazioni estremamente divertenti e sempre diverse da ogni episodio.

Ryo Saeba alla fiera cosplay nel film live action di City Hunter

Qui nel live action succede: Ryo e Kaori trovano Kurumi la ragazza che dovevano cercare e proteggere, lei fa l’influencer, infatti è una famosa cosplayer e deve partecipare a questo evento di cosplay, e si creano queste situazioni in perfetto stile City Hunter. Io ho davvero sentito l’opera di Hojo, qui tra l’altro oltre ad esserci delle gag che fanno sbellicare tipo quella degli otaku (cercando di non entrare troppo nel dettaglio per non fare spoiler…) hanno pure usato l’escamotage dell’evento cosplay per inserire elementi che nel film sarebbero risultati improponibili (se si ha la pretesa di portare la storia su un
piano un minimo realistico!).

Ma adesso passiamo al lavoro più convincente del film. Parlo ovviamente della scrittura e della messa in scena del personaggio di Ryo interpretato da Ryohei Suzuki che ha fatto un lavoro mostruoso. Lui è sempre stato un grande fan di City Hunter.  Sognava di interpretarlo. La mia insegnante di giapponese su Italki con cui ho avuto delle piacevoli discussioni sul film (e che mi ha fatto anche scoprire la versione francese) mi ha mandato delle interessanti interviste fatte a Suzuki dove si percepisce la passione con cui ha fatto questo ruolo ma anche di come conoscesse bene l’opera di Hojo.

Innanzitutto mi piace che abbiano fatto un compromesso fra la fedeltà al manga/anime con il riadattamento per la riduzione cinematografica, quindi se da una parte vengono ripresi paro paro degli elementi quali la Mini Minor (o Mini Cooper) di Ryo, dall’altra le sue vesti vengono un po’ riadattate (benché comunque il vestiario di City Hunter non sia nulla di trascendentale).

Ryohei Suzuki come Ryo Saeba

Però io non ho percepito l’effetto carnevale come nella versione francese. Il Ryo Saeba di Ryohei Suzuki ha proprio quelle caratteristiche che aveva nell’anime e sono messe in scena in maniera funzionale. Tipo Ryo è un personaggio che passa dalla totale imbecillità, ad una serietà di ghiaccio con uno schiocco di dita o viceversa. Nel live Action c’è stata una scena che è quella della Mokkori Dance (chi l’ha visto sa di cosa sto parlando!) che m’ha fatto spaccare dal ridere! Perché è una scena seria che col cambio di sequenza passa all’idiozia in perfetto stile City Hunter e funziona, non si sente l’effetto kitch.

Ma è proprio l’equilibrio tra serietà e comicità che non tradisce le aspettative. il lato di Ryo di uomo forte invincibile anche se non lo è si sente. Nel film hanno messo l’accento esattamente dove andava messo, chi guarda il film senza aver mai seguito l’opera originale tutte queste cose le percepirà.

Ed è esattamente così che dovrebbe essere un live action tratto da un’opera animata o cartacea, non deve essere una roba adatta solo all’appassionato ma deve essere anche per chi non l’ha mai seguito, e non è tanto il discorso trito e ritrito che si sente tra appassionati, ovvero che poi il fruitore si avvicinerà anche al manga e anime.

Sì questa è una buona cosa, però il fruitore deve potersi immedesimare nel film senza aver bisogno di aver mai seguito l’opera originale o di aver bisogno di andarsela a recuperare, ho già fatto questo discorso in un mio video registrato per Youtube intitolato “Dragon Ball e One Piece non si possono fare in live Action: Sarà vero?” in cui vista l’imminente uscita del live Action di One Piece si discuteva se fosse possibile realizzare live Action tratti da manga e anime; la risposta ovviamente è ed è sempre stata .

Ryo Saeba nell'armeria con Kaori Makimura nel film di City Hunter

Tornando a City Hunter di Netflix tutta la costruzione del film riflette in pieno la struttura dei casi di City Hunter; c’è ad esempio una scena dove Ryo va nell’armeria con Kaori e poi si scatena contro la banda nemica usando armi e munizioni a profusione.
Anche questo fatto che lui passi da piano A, Piano B, piano C, mi sono sentito immerso in quel mondo ma senza avere la percezione di stare a guardare una sfilata di cosplayer.

Elementi ricorrenti dell’opera originale

Poi c’è anche un altro elemento ricorrente di Ryo nel manga e anime, ossia che quando qualcuno dei suoi viene rapito (di solito Laori o la protetta di turno) lui in realtà sa già dove è stata portata, perché le ha in precedenza attaccato di nascosto un GPS, oppure il fatto che lui abbia numerosi informatori malavitosi di shinjuku che lo conoscono e sanno che non gli devono rompere le scatole! Gli autori sono stati bravi anche a creare il legame tra Ryo e Kaori; c’è stata una sequenza drammatica con i vetri che ricorda molto una scena della serie mi ha proprio dato sensazioni assai simili.

Sato ha discretamente diretto la pellicola e ha egregiamente diretto gli attori e poi ottima la sceneggiatura di Mishima. Il personaggio di Kaori (interpretato da Misato Morita) mi ha convinto pure. Certo non si vede quella Kaori proprio incazzosa dell’anime (anche lei c’è in una di queste interviste con Suzuki, è davvero tenera!)

Quanto a Saeko, forse ecco è quello meno riuscito. Perché… io credo per una questione di tempo, ma forse addirittura anche per una questione di politically correct, non lo so, allora…

Saeko nel film diciamo che non combatte, sta un po’ dietro le linee gialle, e mi è venuto da ridere perché; le hanno dato la posa uguale uguale a quella del manga!! Ma il fatto è che ce l’ha sempre, addirittura cammina con la posa.

Quindi è un personaggio che rimane in disparte, anche perché è stato quasi eliminato il fattore sfruttamento. Spiego, Saeko è una bellissima donna, e secondo me qui non è stato messo l’accento sulla sua sensualità (fermo comunque restato che il film non deve per forza essere fedele al 100%), e comunque Saeko sfrutta la sua bellezza per far fare a Ryo tutto quello che lei vuole, tant’è che lei nell’anime deve a Ryo un sacco di favori sessuali, diciamo pagamenti in natura. Nel film c’è un accenno a questo, perché lo si può leggere dal cellulare di Ryo che Saeko ha questo debito con lui.

Però la cosa si chiude lì, non viene spiegata, e secondo me chi non ha seguito la serie non potrà arrivarci. Quindi insomma un personaggio che al momento sembra incompleto. Diciamo che questo forse è l’unico difetto che ho riscontrato, ma non perché non sia fedele, ma semplicemente perché penso che sia un personaggio che possa dare molto di più.

Politically Correct?

A me è venuto il dubbio; non è che non hanno voluto approfondire la cosa per questioni di politicamente corretto? Perché comunque è una donna che sfrutta il suo corpo per ottenere ciò che vuole. In realtà Saeko nel manga/anime al di là di questo, è anche descritta come un eccellente detective, spaccaculi sul campo di battaglia. Chissà magari nel secondo film mi daranno più soddisfazioni.

E parlando di politically correct arriviamo anche al nostro Hunter. Ryo infatti nell’anime e manga mette letteralmente le mani addosso palpandole a tradimento alle clienti, che di solito sono bellissime ragaze, ma anche a tizie che ferma per strada. Ovviamente sono gag giapponesi figlie del tempo, che di solito terminavano con lui che si beccava un calcio lì dove non batte il sole o una martellata in testa (un po’ come il maestro Muten, o Genio delle tartarughe, di Dragon Ball!). Qui però non ce n’è traccia, e sinceramente da un prodotto Neflix me lo potevo immaginare.

Un altro aspetto forse rimosso per lo stesso motivo, è il fatto che Kaori nell’opera originale venga spesso scambiata per un uomo. Lo stesso Ryo molte volte la prende in giro per questo motivo. Il dubbio che abbiano tolto questa cosa perché potrebbe ricadere nel bodyshaming, francamente mi è venuto.

Comunque in conclusione, per me il live action di City Hunter di Netflix è più che promosso, io mi sono divertito, mi sono appassionato, ho sentito City Hunter, ho provato quei brividi, e li ho riconosciuti! Consiglio di guardarlo sia a chi ha seguito la serie, sia a chi non l’ha mai seguita. Infatti è anche un aspetto che apprezzo, il fatto di poter essere apprezzato da qualunque tipo di spettatore.

The King of Pigs: Il K-Drama della Vendetta

Dwaejiui Wang internazionalmente conosciuto con il titolo inglese The King of Pigs ossia il re dei maiali, è una serie della Corea del Sud, o K-Drama del 2022 che mi è stata consigliata da un membro del mio gruppo Facebook “La Taverna degli amanti di anime manga cinema e serie TV” (a proposito se non sei ancora iscritto fallo subito).

K-Drama Live Action

Questa serie coreana composta di 12 episodi e autoconclusiva, diretta da Kim Dae-jin, prodotta da Studio Dragon e Hidden Sequence per la piattaforma di streaming coreana Tving.

Il drama di cui parlo in questo articolo è in realtà un live action di un film d’animazione coreano del 2011 diretto da Yeon Sang-ho che altri non è che il regista di Train To Busan ma anche del suo prequel spinoff Seoul Station, di cui adoro entrambi i film. Seoul Station a me ad esempio era piaciuto moltissimo, per certi versi lo preferisco anche al capostipite.

Comunque sia il Drama coreano fatto con attori in carne d’ossa si differenzia per un bel po’ di cose dal film d’animazione, ma a questo ci arriveremo. Allora di che cosa parla The King of Pigs? C’è questo tizio Kwang Kyung-min interpretato da Kim Dong-wook che praticamente sembrerebbe aver ucciso la moglie; sulla scena del crimine una detective chiamata Kang Jin-ah interpretata da Chae Jung-an trova questo messaggio scritto da Kyung-min in cui praticamente invita un altro detective a fare qualcosa insieme.

Praticamente questo detective che è Jung Jong-seok interpretato da Kim Sung-kyu è in realtà un amico d’infanzia di questo presunto omicida.

Durante le indagini Jong-seok e la detective Kang si rendono conto che questo Kyung-min sta in realtà cercando di compiere una vendetta nei confronti dei bulli che lo hanno tormentato a scuola nel periodo delle medie dove era presente anche Jeong-seok, vecchio compagno di scuola di Kyung-min, anche lui stesso una vittima di questi bulli. Quindi Jong-seok e la detective cercano di fermare Kyung-min.

Il mistero si infittisce quando si scopre che in realtà a lottare coi bulli c’era una terza persona, un terzo ragazzino che sembra essere la causa che ha scatenato la vendetta di Kyung-min e parrebbe essere il motivo per cui lui stia tirando dentro il vecchio amico Jong-seok e questa in breve è la trama di The King of Pigs.

La serie ha una narrazione parallela; abbiamo da una parte il presente in cui c’è l’indagine e c’è Kyung-min che va a vendicarsi dei bulli ormai adulti, e la narrazione del periodo delle medie in cui vediamo Jong-seok e Kyung-min subire le angherie di questi nulli.

Guarda la mia video-recensione sul tubo!

Bullismo in Corea del Sud

Qui innanzitutto va contestualizzata una cosa. Qui in Italia o qui in Occidente, evidentemente la parola bullismo non so quanto renda effettivamente. In Corea del Sud come in altri paesi asiatici, il bullismo è un annoso problema. Il bullismo mostrato in questa serie come in altre, es. “Non si siamo più vivi”, “The Glory” e via discorrendo, non è il bullismo che magari si può immaginare un italiano.

Parliamo di forti aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, persino di abusi sessuali, al punto da portare anche ragazzi al suicidio. Non è che da noi non ci siano queste cose però non sono sicuro che il termine bullismo da noi renda l’idea, perché succede che alcuni italiani guardando queste trovino esagerate le violenze mostrate. Non credo affatto che siano esagerate.

Il Drama live action rispetto al film d’animazione modifica molto il contesto; ne cambia la struttura trasformandolo da thriller psicologico, quale è il film d’animazione, ad un thriller vendicativo. Quindi qui nella serie ci sono personaggi che fanno mestieri differenti per una mera funzione narrativa.

La vendetta in The King of Pigs

Perciò c’è questo elemento della vendetta contro le persone ormai adulte che nel passato hanno compiuto questi feroci atti di bullismo cambiando completamente la vita della vittima o delle vittime. In alcuni aspetti ricorda anche quell’altra serie bellissima che è la già succitata The Glory, presente su Netflix. A tal proposito The King of Pigs che io sappia non è mai arrivata da noi.

Come dicevo poc’anzi, la serie rispetto al film d’animazione rimuove alcune parti oniriche che sarebbero state troppo assurde per una serie live action.

Anche se mantiene qualcosa in quel senso. Aggiunge anche dei personaggi funzionali alla narrazione e in molti concetti risulta differente. La cosa che mi ha stupito è che il personaggio scelto per il personaggio di Jong-seok ha una sagoma identica a quella del film d’animazione.

Comunque sia questa è una serie pazzesca capace di sorprendere ad ogni episodio. La serie come ho detto è incentrata sulla vendetta, quindi c’è questo cliché del “oggi il bersaglio è lui“, “poi c’è lui”, quindi tu in un primo momento sei convinto che la formula sia questa e invece… Io non voglio spoilerare ma quando lui va dai primi due bersagli a colpirli, tu ti aspetti che poi ci saranno gli altri bersagli ancora peggiori dei primi.

In realtà i bersagli che vediamo all’inizio sono i peggiori! E i flashback su questi primi bersagli anche dopo essere stati “espletati” nella parte adulta, noi continueremo a vedere i flashback da bambini quando questi bersagli continuano a bullizzare i nostri due protagonisti sfortunati; Jong-seok e Kyung-min, e perciò nonostante nella narrazione adulta i bulli, i peggiori, vengano puniti, noi continuiamo a vederli nella narrazione in cui sono ragazzini delle medie continuando a vederli mentre bullizzano i nostri protagonisti!

E questa cosa è pazzesca perché prima veniamo soddisfatti dalla vendetta, perché la serie ti colpisce nel profondo a vedere queste persone tormentate da questi bulli in quella maniera, quindi si ottiene soddisfazione a vedere Kyung-min vendicarsi con una vendetta spietata. Ma poi continuando a vedere gli episodi e guardandoli continuare a fare i bulli nei flashback delle medie è come se la vendetta del presenta non abbia cancellato nulla… come nella realtà!

La vendetta in The King of Pigs

Se per fare un esempio tu uccidi uno che ti ha fatto del male in passato, ciò non cancellerà quello che ti ha fatto in passato, e la serie dà proprio questa sensazione. Lui si vendica, ma quelle cose che ha subito sono ancora lì in loop nei suoi traumi.

Regia e messa in scena

La regia di Kim dae-jin è pazzesca ogni episodio crea uno stato adrenalinico sia nel passato che nel presente. gli attacchi dei Bulli e le risse sono messe in scena da manuale. Poi c’è la colonna sonora che mantiene la tensione a 1000. Ogni episodio mette un hype pazzesco per vedere l’episodio successivo.

Non è solo la vendetta, c’è qualcosa in fondo più grande tra i due protagonisti e la musica, mamma mia, in certi momenti è da brividi! Gli attori sono stati bravissimi, i bambini pazzeschi. In particolare quelli dei due bulli principali e di Jong-seok e Cheol. Le parti in cui vediamo le angherie dei bulli sono proprio crude!

Soprattutto perché Vediamo quanto pesa ai protagonisti questa situazione e quanto invece a questi bulli vada tutto per il meglio. Anche da adulti hanno vissuto come se niente fosse. Anzi hanno messo su famiglia e sono tutti tranquilli! Quindi manco a dire il karma… e invece le vittime dei bulli sono rimaste segnate per sempre, vanno dagli psicologi, hanno problemi in famiglia, hanno problemi nel lavoro.

Quindi la serie ti trasmette un senso di frustrazione e una voglia di vedere Vendetta. Insomma questo The King of Pigs è veramente una bomba, recuperalo subito e ti consiglio anche di vedere il film d’animazione.

Però ti consiglio di guardare prima la serie, perché secondo me ha dei colpi di scena pazzeschi.

Oltretutto, io trovo la serie molto più bella del film d’animazione (sicuramente mi avrà influenzato aver visto prima il drama, però io sinceramente lo reputo superiore al film di Yeon Sang-ho), e questo Drama entra di diritto tra le serie che ho adorato di più.

Differenze col film d’animazione

Potrei dire altre mille cose ma non voglio spoilerare una webserie quasi perfetta… quasi, perché c’era un punto in un episodio che non mi aveva convinto e che poi dopo aver guardato il film d’animazione ho compreso perché non mi tornava nella serie; sarebbe il punto in cui la polizia va a scuola a cercare Cheul…

È la scena in cui va all’obitorio con la madre, che secondo me nel drama ha poco senso per come è stata messa in scena, ed ho capito perché quando ho visto il film d’animazione! Avendo gli autori del drama cambiato delle cose, quella scena nel nel film d’animazione ha senso, nel drama penso proprio di no.

Per questo articolo è tutto, recuperati The King of Pigs perché è pazzesca, non credere neanche per un istante che queste serie valgano di meno di molte serie televisive americane. Anzi non fare l’errore che fanno molti di snobbarle e veditela. Poi se ti va lascia un commento sotto questo articolo per farmi sapere cosa ne pensi.

BALLERINA: Modesto Action Coreano, Che Poteva Dare di Più!

Ballerina, un film dalle premesse molto interessanti…

Salve internauta, bentornato sul blog del Recensore Delirante! In questo articolo ti parlo di Ballerina; un film coreano del 2023 realizzato per essere distribuito direttamente sulla piattaforma di Netflix e diretto da Lee Chung-Hyeon. No tranquillo, stavolta non si tratta di una recensione di film pacco come L’esorcista del papa.

Trama di Ballerina

La storia parla di Ok-Ju interpretata da Jun Jong-Seo, una ragazza che fa di mestiere la Bodyguard e che capiamo subito dalla sequenza di introduzione che è una ragazza molto sola e infelice. Ok-Ju riceve una chiamata dalla sua migliore amica e scopre che si è suicidata; questa sua amica le lascia un biglietto di addio in cui praticamente le chiede di vendicarla, con un indizio su coloro che l’hanno portata al gesto estremo.

Ok-Ju che per mestiere ha una grande abilità sia nelle armi che nelle arti marziali, si mette alla ricerca di coloro che l’hanno portata a questo gesto. Lei tramite questo indizio rintraccia questo ragazzo e seguendolo arriva alla sua mansione, scoprendo nella sua casa che questo qui praticamente droga le ragazze e poi le violenta dopo averle filmate, ricattandole successivamente per sottoporsi a questi, diciamo pure “snuff movie”, con la minaccia di diffondere questi video agli amici e ai familiari, rischiando di distruggere la vita di queste ragazze.

Ok-Ju capisce che la sua amica Min-Hee ha preferito suicidarsi piuttosto che continuare a rimanere schiava di questo tizio, che ha il nome di Choi. Ok-Ju quindi fa in modo che questo Choi l’adeschi per portarla nel sopra menzionato hotel in cui questi tizi drogano le ragazze e le filmano, allo scopo di ucciderli tutti e vendicare la sua amica!

Succede tuttavia che all’interno di questo hotel, la protagonista scopra che Choi e gli altri sono in realtà dei membri di una gang malavitosa, quindi fugge dopo aver salvato un’altra ragazza che era all’interno di questo hotel e dopo che la stessa ragazza ha salvato la nostra Ok-Ju. E quindi inizia praticamente una battaglia tra lei, questo Choi e anche i membri di questa organizzazione. Questa era la trama di Ballerina.

Puoi anche guardare la mia video-recensione su Youtube!

Jun Jong-Seo

Allora prima di partire con l’analisi, ti debbo prima di che… Io adoro Jun Jong-Seo! Si tratta di quella giovane attrice coreana che ha recitato nel bellissimo “Burning – L’amore brucia” di Lee Chang-dong, che è anche il regista di altri filmoni come Poetry e Peppermint Candy. Però Jun Jong-Seo si è vista anche nel film The Call al quale ci arriveremo tra un po’, ma anche nel film americano “Monalisa and the Blood Moon”;

La regia di Ballerina

Lee Chung-hyeon che è il regista di Ballerina, aveva anche diretto per l’appunto The Call, che attenzione non è il The Call di Takashi Miike, ma trattasi di un film più recente. Il The Call di Hyeon è un thriller ad alta tensione che a me è piaciuto molto, benché non sia un capolavoro, però a mio dire è un ottimo film del suo genere. Lee Chang-dong dirige modestamente anche questo film Ballerina; è un film che nel finale mi è piaciuto abbastanza.

Però devo dire che rispetto alle premesse non mi ha convinto del tutto o meglio mi sarei aspettato di più. Il regista dirige modestamente, il film scorre ha anche buone coreografie e nel finale posso dire di averlo apprezzato.

Premesse ottime, sviluppi modesti

Tuttavia devo devo dire che rispetto alle premesse mi sarei aspettato un po’ di più nel senso che il film verso i 30-40 minuti giù di lì insomma, quando Ok-Ju arriva nell’hotel in cui ci sono questi tizi che filmano le ragazze ed inizia a lottare contro Choi, succede che qui secondo me il film fa il passo più lungo della gamba, cioè iniziano questi combattimenti che secondo me meritavano un approfondimento in più.

Ad esempio anche la vita di Ok-Ju prima di conoscere Min-Hee. Infatti ci sono questi flashback tra lei e l’amica in cui praticamente lei la reincontra dopo tanti anni, neanche la riconosce. Ok-Ju è infelice fino a quando la reincontra. Inizia Infatti tra loro una frequentazione. E questa amicizia inizia a consolidarsi; Ok-Ju è come se trova una ragione di vivere nel reincontrarla.

Se lo sviluppo tra le due ragazze è molto riuscito, ciò che manca secondo me è uno sviluppo di Ok-Ju prima di incontrare l’amica. Cioè mi riferisco al lavoro di Ok-Ju perché il film ti fa capire che lei è brava a dare i cazzotti e i calci nella sequenza iniziale del film però non ci fa capire bene che lavoro faceva. C’è giusto un accenno.

La Liceale senza nome e le Armi

Poi c’è anche questa liceale che lei salva in questo hotel (che poi in realtà è la liceale che salva lei, almeno in un primo momento!) e di questa liceale si sa poco e niente, se non sbaglio non non è riportato neanche il nome nei crediti… mi è sembrata un po’ tirata via la cosa.Anche se io credo che sia in parte voluto il fatto che di questa liceale non si sappia niente. È interessante che Ok-Ju trova nel difendere questa liceale un altro motivo per vivere dopo che ha perso l’amica.

Una scena che mi è piaciuta molto è quella dell’acquisto delle Armi. Quando arrivano questi vecchi in questa zona desertica che le vendono una varietà di armi per lo più vecchie malandate, le viene mostrato questo lanciafiamme, e c’è questa scena a distanza che è veramente efficace, e lì io ho pensato “Ok questa è un’arma che userà alla fine la protagonista, per forza!” ma non sto qui a spoilerare.

Conclusioni finali

È particolare la scena in cui lei scopre il motivo per cui la sua amica si è suicidata, perché lei aveva trovato in questa sua amica la ragione per continuare a vivere. C’è una scena in cui lei fa intendere che avrebbe voluto mettere fine alla sua vita perché era infelice era sola e quindi è per lei straziante che proprio Min-Hee che era la sua luce si è tolta la vita.

Insomma In conclusione non è un capolavoro, ma Ballerina È comunque un film di tutto rispetto che certo non mi ha convinto del tutto in alcuni punti e rispetto alle premesse mi sarei aspettato di più. Certamente non posso definirlo un film memorabile quindi consiglio di recuperare questo Action Revenge Movie.