TREMORS: Riassumiamo tutta la saga!

Tremors è una saga cinematografica di genere monster movie ideata da Steven Seth Wilson e Brent Maddock (che poi sono quei geni di Corto Circuito!). Il primo film di Tremors riscosse un enorme successo. Ricordo le numerose repliche quando ero solo un bambino, un successo tale da convincere gli autori a produrre un botto di sequel per l’homevideo e persino una serie televisiva.

Di recente mi sono rivisto tutta la saga, recuperando anche i capitoli che non avevo mai visionato, ben 7 pellicole realizzare per questo franchise. Analizziamoli uno per uno riepilogando brevemente la trama e dando una brevissima opinione (a proposito se sei pigro a leggere puoi guardare la versione audio-visiva sul mio canale Youtube cliccando qui), quindi facciamo un bel riassunto.

Analisi di una lunga saga

Tremors (1990) di Ron Underwood

Tremors riassunto di tutta la saga

Trama: In una valle desertica del Nevada spuntano delle creature, tipo vermoni sotterranei, che si tirano giù qualunque essere commestibile che trovano sulla propria strada. Due operai cowboy Val ed Earl insieme agli abitanti di questa micro-cittadina tra cui Burt un tizio fissato con le armi giustamente perculato da tutti, devono salvarsi dalle creature e cercare di farle fuori.

Opinione breve: c’è così tanto da dire su questo bellissimo film di creature che non c’è molto da dire in così poco tempo se non che va visto. È invecchiato maledettamente bene, mischia orrore azione e commedia in maniera perfetta. Gli effetti visivi artigianali sono belli ancora oggi, i personaggi sono di divertenti e si fa il tifo per loro. Kevin Bacon e Fred Ward cioè Val ed Earl sono uno spasso funziona tutto.

Un film immortale Tremors! come ci sarà finito uno come Ron Underwood a dirigere delle puntate di Fear The Walking Dead? Mistero!

Tremors 2: Aftershocks (199) di Steven Wilson

Tremors riassumiamo tutti i film

Trama: Earl data la sua esperienza viene chiamato (solo lui perché Val ce lo siamo giocati!) per uccidere dei graboid in Messico che stanno facendo macello in una raffineria, affiancato da altri tizi tra cui Burt l’amante di armi interpretato da Michael Gross, e tutto fila più o meno bene finché inaspettatamente i vermoni si evolvono in delle creature più piccole ma evidentemente più pericolose, visto che si riproducono come pulci!

Opinione breve: Rivederlo a distanza di anni da adulto è stato quasi doloroso all’inizio perché la prima mezz’ora non rende assolutamente giustizia al primo Tremors. Non tanto per il downgrade registico (che è evidente!) ma più perché il film si dimentica le regole dei graboid (gli agguantatori nel doppiaggio italiano del primo film); c’è gente che cammina e cazzeggia tranquillamente sul terreno con quei cosi nelle vicinanze e non succede niente, quando nel primo film non potevano fare due passi senza essere presi.

Poi ‘sti vermoni non tirano più fuori le lingue che erano un elemento distintivo, quindi nel giro di mezz’ora questo sequel rischia di finire nella pattumiera. Poi però appena si aggiunge Burt che qui diventa più macchiettistico, e non appena arrivano fuori le nuove creature, a mio dire realizzate anche bene per essere un film nato per il circuito homevideo, Aftershocks decolla, il film appassiona e tutto sommato le nuove creature sono interessanti e sono fatte anche bene (non so perché ci sono anche delle sequenze fatte con la cgi, ma per fortuna sono solo riprese a distanza!)

Aftershocks diverte grazie ai dialoghi dei protagonisti ed è indubbiamente il film che ha reso iconico il personaggio di Burt che dopo questo diverrà il protagonista indiscusso della saga. Insomma un sequel che parte maluccio ma poi diventa modesto e degno di essere visto.

Tremors 3: Ritorno a Perfection (2001) di Brand Maddock

Trama: Si sa come vanno queste cose i terzi capitoli hanno l’abitudine di tornare alle origini (Scream 3 insegna!), e quindi si torna nella cittadina del primo film; il nostro Burt Gummer (Earl no, perché ci siamo giocati pure lui!) deve sostanzialmente tornare sul campo di battaglia per affrontare i mostri del secondo film, gli shrieker, cioè gli strillatori (credo!), che si evolvono nuovamente in delle creature alate che possono volare sparando fuoco dal culo come propulsore… e poi c’è pure un graboid Blanco… Ok!

Breve opinione: Il film cerca di giocare molto sull’effetto nostalgia, tanto che oltre a tornare nel luogo d’origine, riporta addirittura dei personaggi terziari del primo film, c’è il tipo ispanico Miguel, e Melvin il ragazzino stronzolo (messo qui a caso, ma vabbè!). Ci sono addirittura Mindy la bambina ormai cresciuta, quella che giocava in strada (che poi è la bambina informatica di Jurassic Park) e la madre di Mindy. Ok, però non è che queste due fossero proprio dei personaggi importanti, erano straterziari insignificanti, ma per fare nostalgia tutto fa brodo, no?

Il problema di fondo è che Ritorno a Perfection è al livello di una puntata mediocre di una serie televisiva di fine anni 90, registicamente brutto e con una scrittura di quart’ordine, non fa quasi mai ridere, le creature in CGI sono brutte, poi la cosa che mi fa ridere (per i motivi sbagliati) è che se nel primo film Burt Gummer era una perculazione degli yankee fissati con le armi, con gli armamenti nei depositi casomai scoppi una rivoluzione eccc.. queste cose qui insomma, nel terzo invece si fa un inno alle armi perché è giusto che la gente giri armata, e quelli che hanno interesse a preservare gli esseri viventi dall’estinzione nel film sono le merde.

Gli concedo però che le nuove creature al di là della CGI scadente non sono male e il fatto di non prendersi quasi mai sul serio.

Tremors 4: Agli inizi della leggenda (2004) di Steven Wilson

Trama: Dopo tutte queste evoluzioni hanno ben pensato di fare la cosa più logica. Tornare indietro totalmente! Nella solita cittadina di Perfection, ma un secolo prima (!), dei Proto-Graboid saltellanti, si pappano dei minatori. L’antenato di Bart che è un imprenditore e possessore di questa miniera, li deve scacciare, e per ucciderli assolda un pistolero esperto interpretato da Billy drago. Qualcuno ha appena detto “e niente fa già ridere così!”? Esatto!

Breve opinione: Devo dire che rispetto al terzo film almeno è scritto e costruito decisamente meglio, però il film dà il peggio quando ci sono le creature fatte sempre con una CGI brutta da vedere, ma poi non si capisce perché questi graboid escono fuori col muso frontalmente, sono diventati degli squali, quando il bello invece è che ti prendevano da sotto; “agguantatori” appunto. Poi c’è una scena in cui un graboid attraversa un ponte saltando o volando!

Tremors 5: Bloodlines (2015) di Don Michael Paul

La saga si concluse col quarto capitolo ma nel 2015 sono ripartiti i seguiti; Il quinto capitolo che riapre la saga viene diretto, sempre per il mercato del direct-to-video, da Don Michael Paul, un regista televisivo o di film a bassissimo costo. Ha diretto Un poliziotto all’asilo con Dolph Lundgren, seguito di Un poliziotto alle elementari con Schwarznegger (a questo punto mi aspetto anche terzo film intitolato Un poliziotto all’asilo nido con Sylvester Stallone!)

Trama: Burt che ormai fa di professione l’ammazza-vermoni, va in Sudafrica ad uccidere le creature alate del terzo film, gli Ass Blaster, in italiano i culi volanti, perché sono comparsi anche lì. Qui Burt scopre intanto che il cameraman che va con lui, Travis (interpretato da Jamie Kennedy), è suo figlio, e gli Ass Blaster ed i graboid sudafricani sono mutati e più pericolosi.

Breve opinione: Classico filmetto neanche tanto brutto e con dialoghi scemi che si dimentica il giorno dopo. La CHI nel frattempo è migliorata ovviamente ma le creature fanno cacare perché non danno più l’idea di essere degli animali sconosciuti e pericolosi, non sembrano neanche più terrestri… sembrano alieni! caruccia una scena in cui Burt riepiloga in un programma televisivo tutte le varie fasi evolutive dei graboid, ed anche non malaccia quella nella gabbia del leone.

Tremors 6: A Cold Day in Hell (2018) di Don Michael Paul.

Trame e riassunti dei film della saga di Tremors

Trama: Burt e Trevis vanno in Canada perché nei ghiacciai ci stanno i graboid e gli Ass Blaster (sì prima in Africa, ora nei ghiacciai canadesi!). Qui ci sta una tipa esperta che è la figlia di Val del primo film (siccome Bacon non voleva tornare per riprendere i panni del suo personaggio, hanno creato un parente!). Niente si scopre che Burt è stato infettato da un graboid che lo aveva inghiottito nel terzo film (sì è successo questo!) e bisogna prenderne uno vivo per curarlo.

Breve opinione: Qualitativamente è come il precedente capitolo, non così brutto ma si dimentica il giorno dopo, non c’è davvero molto altro da dire sul sesto capitolo.

Tremors 7: Shriker Island (2020) di Don Michael Paul.

Trama: Allora, deserto l’abbiamo fatto! Raffineria messicana l’abbiamo fatto! Riserva africana l’abbiamo fatto! Ghiacciaio canadese l’abbiamo fatto! Cosa possiamo fare più? Idea! Giungla della Papuasia!

Il povero Bart ormai anziano e stanco, ritirato in Papa Nuova Guinea che pare Chuck Noland di Cast Away, vive da solo perché il figlio sta in una prigione messicana (ah sì ‘sti gran cazzi!) e insomma viene convinto a cacciare per l’ultima volta le creature su un’isola piena di shrieker, più un nuovo tipo di vermone graboid mastodontico e che sa pure nuotare, che è il vero nemico del settimo e ultimo capitolo. Burt e compagnia affrontano questi Dino-Graboid e lui alla fine viene mangiato per salvare tutti; ciao ciao Burt, insegna agli angeli a non rimanere mai senza munizioni!

Breve opinione: Nota positiva (forse) è il titolo che cita gli shrieker, perché se li erano effettivamente dimenticati dopo il terzo film… Gli autori avranno detto “Sai che c’è? Facciamo un film tutto basato sugli shrieker!”. Il titolo comunque dice una bugia perché in realtà la star del film è il Dino-Graboid (quindi altro che gli shrieker protagonisti). Il settimo capitolo è… una mediocrata come i precedenti, con effetti visivi pedestri, pochi guizzi, e si dimentica presto, nonostante qualche tentativo di fare nostalgia riesumando elementi del primissimo Tremors. E così si conclude definitivamente la saga dei vermoni.

Io direi che si che si sarebbero potuti tranquillamente fermare al secondo e nessuno si sarebbe lamentato troppo!

QUAL È LA NINA MIGLIORE DI FULLMETAL ALCHEMIST?

Nina Tucker, qual è la Nina più riuscita dei due anime?

La Nina migliore: L’ultima volta in questo blog abbiamo parlato dell’anime di Kenshin samurai vagabondo del 2023, ora vorrei spostarmi su un quesito che riguarda FMA, una curiosità:

La storia di Nina Tucker, converrete con me, è una delle più inquietanti di “Fullmetal Alchemist” (Hagane no renkinjutsushi) il manga di Hiromu Arakawa, di cui esistono due versioni anime.

Una del 2003 “Fullmetal Alchemist”, ed una del 2009 “Fullmetal Alchemist: Brotherhood”, entrambe prodotte dallo studio d’animazione BONES.

Ad essere pignoli esiste anche una terza trasposizione che è quella dei live action, e la parte di Nina la troviamo nel primo dei tre film, ma qui parliamo degli anime.

Premettendo che entrambe le versioni trasposte di questa parte sconvolgente dell’opera dell’Arakawa, sono una bomba, qual è delle due la migliore? A mio dire, la parte migliore di Nina è quella dell’anime del 2003, perché il personaggio viene contestualizzato in episodi precedenti!

Come ad esempio quella del parto della moglie di Hughes, o quando Edward ottiene il titolo di alchimista d’acciaio, di conseguenza ci si affeziona al personaggio di Nina.

Guarda la versione Youtube Shorts!

Nella puntata in cui succede quel che succede, nel primo anime, grazie alla rielaborazione fatta dagli sceneggiatori e dalla regia. Non ci si aspetta mai che stia per accadere qualcosa (come invece accade nel manga, nel Brotherhood o nel live action), e questo soprattutto nella prima visione ha un impatto devastante!

Quindi me per la prima versione di questa parte di storia è quella più riuscita!

Ma ribadisco anche la versione del secondo anime è scioccante ed efficace, Studio Bones ha fatto un lavoro eccellente con entrambe le trasposizioni! Ad onor del vero debbo dire che non è malaccia anche la versione in live action del 2017 di Fumihiko Sori.

E voi? Quale delle due trasposizioni di Nina preferite di più? Toglietemi questa curiosità e fatemelo sapere nei commenti. 🙂