The King of Pigs: Il K-Drama della Vendetta

Dwaejiui Wang internazionalmente conosciuto con il titolo inglese The King of Pigs ossia il re dei maiali, è una serie della Corea del Sud, o K-Drama del 2022 che mi è stata consigliata da un membro del mio gruppo Facebook “La Taverna degli amanti di anime manga cinema e serie TV” (a proposito se non sei ancora iscritto fallo subito).

K-Drama Live Action

Questa serie coreana composta di 12 episodi e autoconclusiva, diretta da Kim Dae-jin, prodotta da Studio Dragon e Hidden Sequence per la piattaforma di streaming coreana Tving.

Il drama di cui parlo in questo articolo è in realtà un live action di un film d’animazione coreano del 2011 diretto da Yeon Sang-ho che altri non è che il regista di Train To Busan ma anche del suo prequel spinoff Seoul Station, di cui adoro entrambi i film. Seoul Station a me ad esempio era piaciuto moltissimo, per certi versi lo preferisco anche al capostipite.

Comunque sia il Drama coreano fatto con attori in carne d’ossa si differenzia per un bel po’ di cose dal film d’animazione, ma a questo ci arriveremo. Allora di che cosa parla The King of Pigs? C’è questo tizio Kwang Kyung-min interpretato da Kim Dong-wook che praticamente sembrerebbe aver ucciso la moglie; sulla scena del crimine una detective chiamata Kang Jin-ah interpretata da Chae Jung-an trova questo messaggio scritto da Kyung-min in cui praticamente invita un altro detective a fare qualcosa insieme.

Praticamente questo detective che è Jung Jong-seok interpretato da Kim Sung-kyu è in realtà un amico d’infanzia di questo presunto omicida.

Durante le indagini Jong-seok e la detective Kang si rendono conto che questo Kyung-min sta in realtà cercando di compiere una vendetta nei confronti dei bulli che lo hanno tormentato a scuola nel periodo delle medie dove era presente anche Jeong-seok, vecchio compagno di scuola di Kyung-min, anche lui stesso una vittima di questi bulli. Quindi Jong-seok e la detective cercano di fermare Kyung-min.

Il mistero si infittisce quando si scopre che in realtà a lottare coi bulli c’era una terza persona, un terzo ragazzino che sembra essere la causa che ha scatenato la vendetta di Kyung-min e parrebbe essere il motivo per cui lui stia tirando dentro il vecchio amico Jong-seok e questa in breve è la trama di The King of Pigs.

La serie ha una narrazione parallela; abbiamo da una parte il presente in cui c’è l’indagine e c’è Kyung-min che va a vendicarsi dei bulli ormai adulti, e la narrazione del periodo delle medie in cui vediamo Jong-seok e Kyung-min subire le angherie di questi nulli.

Guarda la mia video-recensione sul tubo!

Bullismo in Corea del Sud

Qui innanzitutto va contestualizzata una cosa. Qui in Italia o qui in Occidente, evidentemente la parola bullismo non so quanto renda effettivamente. In Corea del Sud come in altri paesi asiatici, il bullismo è un annoso problema. Il bullismo mostrato in questa serie come in altre, es. “Non si siamo più vivi”, “The Glory” e via discorrendo, non è il bullismo che magari si può immaginare un italiano.

Parliamo di forti aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, persino di abusi sessuali, al punto da portare anche ragazzi al suicidio. Non è che da noi non ci siano queste cose però non sono sicuro che il termine bullismo da noi renda l’idea, perché succede che alcuni italiani guardando queste trovino esagerate le violenze mostrate. Non credo affatto che siano esagerate.

Il Drama live action rispetto al film d’animazione modifica molto il contesto; ne cambia la struttura trasformandolo da thriller psicologico, quale è il film d’animazione, ad un thriller vendicativo. Quindi qui nella serie ci sono personaggi che fanno mestieri differenti per una mera funzione narrativa.

La vendetta in The King of Pigs

Perciò c’è questo elemento della vendetta contro le persone ormai adulte che nel passato hanno compiuto questi feroci atti di bullismo cambiando completamente la vita della vittima o delle vittime. In alcuni aspetti ricorda anche quell’altra serie bellissima che è la già succitata The Glory, presente su Netflix. A tal proposito The King of Pigs che io sappia non è mai arrivata da noi.

Come dicevo poc’anzi, la serie rispetto al film d’animazione rimuove alcune parti oniriche che sarebbero state troppo assurde per una serie live action.

Anche se mantiene qualcosa in quel senso. Aggiunge anche dei personaggi funzionali alla narrazione e in molti concetti risulta differente. La cosa che mi ha stupito è che il personaggio scelto per il personaggio di Jong-seok ha una sagoma identica a quella del film d’animazione.

Comunque sia questa è una serie pazzesca capace di sorprendere ad ogni episodio. La serie come ho detto è incentrata sulla vendetta, quindi c’è questo cliché del “oggi il bersaglio è lui“, “poi c’è lui”, quindi tu in un primo momento sei convinto che la formula sia questa e invece… Io non voglio spoilerare ma quando lui va dai primi due bersagli a colpirli, tu ti aspetti che poi ci saranno gli altri bersagli ancora peggiori dei primi.

In realtà i bersagli che vediamo all’inizio sono i peggiori! E i flashback su questi primi bersagli anche dopo essere stati “espletati” nella parte adulta, noi continueremo a vedere i flashback da bambini quando questi bersagli continuano a bullizzare i nostri due protagonisti sfortunati; Jong-seok e Kyung-min, e perciò nonostante nella narrazione adulta i bulli, i peggiori, vengano puniti, noi continuiamo a vederli nella narrazione in cui sono ragazzini delle medie continuando a vederli mentre bullizzano i nostri protagonisti!

E questa cosa è pazzesca perché prima veniamo soddisfatti dalla vendetta, perché la serie ti colpisce nel profondo a vedere queste persone tormentate da questi bulli in quella maniera, quindi si ottiene soddisfazione a vedere Kyung-min vendicarsi con una vendetta spietata. Ma poi continuando a vedere gli episodi e guardandoli continuare a fare i bulli nei flashback delle medie è come se la vendetta del presenta non abbia cancellato nulla… come nella realtà!

La vendetta in The King of Pigs

Se per fare un esempio tu uccidi uno che ti ha fatto del male in passato, ciò non cancellerà quello che ti ha fatto in passato, e la serie dà proprio questa sensazione. Lui si vendica, ma quelle cose che ha subito sono ancora lì in loop nei suoi traumi.

Regia e messa in scena

La regia di Kim dae-jin è pazzesca ogni episodio crea uno stato adrenalinico sia nel passato che nel presente. gli attacchi dei Bulli e le risse sono messe in scena da manuale. Poi c’è la colonna sonora che mantiene la tensione a 1000. Ogni episodio mette un hype pazzesco per vedere l’episodio successivo.

Non è solo la vendetta, c’è qualcosa in fondo più grande tra i due protagonisti e la musica, mamma mia, in certi momenti è da brividi! Gli attori sono stati bravissimi, i bambini pazzeschi. In particolare quelli dei due bulli principali e di Jong-seok e Cheol. Le parti in cui vediamo le angherie dei bulli sono proprio crude!

Soprattutto perché Vediamo quanto pesa ai protagonisti questa situazione e quanto invece a questi bulli vada tutto per il meglio. Anche da adulti hanno vissuto come se niente fosse. Anzi hanno messo su famiglia e sono tutti tranquilli! Quindi manco a dire il karma… e invece le vittime dei bulli sono rimaste segnate per sempre, vanno dagli psicologi, hanno problemi in famiglia, hanno problemi nel lavoro.

Quindi la serie ti trasmette un senso di frustrazione e una voglia di vedere Vendetta. Insomma questo The King of Pigs è veramente una bomba, recuperalo subito e ti consiglio anche di vedere il film d’animazione.

Però ti consiglio di guardare prima la serie, perché secondo me ha dei colpi di scena pazzeschi.

Oltretutto, io trovo la serie molto più bella del film d’animazione (sicuramente mi avrà influenzato aver visto prima il drama, però io sinceramente lo reputo superiore al film di Yeon Sang-ho), e questo Drama entra di diritto tra le serie che ho adorato di più.

Differenze col film d’animazione

Potrei dire altre mille cose ma non voglio spoilerare una webserie quasi perfetta… quasi, perché c’era un punto in un episodio che non mi aveva convinto e che poi dopo aver guardato il film d’animazione ho compreso perché non mi tornava nella serie; sarebbe il punto in cui la polizia va a scuola a cercare Cheul…

È la scena in cui va all’obitorio con la madre, che secondo me nel drama ha poco senso per come è stata messa in scena, ed ho capito perché quando ho visto il film d’animazione! Avendo gli autori del drama cambiato delle cose, quella scena nel nel film d’animazione ha senso, nel drama penso proprio di no.

Per questo articolo è tutto, recuperati The King of Pigs perché è pazzesca, non credere neanche per un istante che queste serie valgano di meno di molte serie televisive americane. Anzi non fare l’errore che fanno molti di snobbarle e veditela. Poi se ti va lascia un commento sotto questo articolo per farmi sapere cosa ne pensi.

INVENTING ANNA: Affascinante, ma con un finale discutibile!

Inventing Anna: Da come si è capito dal titolo, in questo articolo intendo parlare e fare una analisi (o recensione) di Inventing Anna, una miniserie realizzata nel 2022 e composta da nove episodi. Una serie Netflix molto interessante basata su fatti realmente accaduti e realmente interessanti, che ho riguardato con piacere in un periodo recente, ma con cui continuo ad avere un problema col finale.

Inventing Anna, affascinante ma con un finale che trovo discutibile! Analisi e recensione.

Inventing è una webserie ideata da Shonda Rhimes, quella di Grey’s Anatomy, un’autrice che quanto a uccidere i propri personaggi nelle maniere più crudeli e ridicole possibili potrebbe dare lezioni a George Martin, e chi ha seguito Grey’s Anatomy fino all’undicesima stagione sa di cosa sto parlando!

TRAMA DI INVENTING ANNA

Allora Inveting Anna è basata su una storia vera anche molto recente. La serie però si prende alcune libertà e tra l’altro lo mette sempre per iscritto in ogni episodio. È una serie che già la prima volta che l’avevo vista mi era piaciuta abbastanza, mi aveva affascinato, però come detto in introduzione, ha un finale che ogni volta mi lascia perplesso, ma ci arriveremo, ci arriveremo!

Vivian Kent è interpretata da Anna Chlumsky... ma è quella di Papà ho trovato un amico!

La storia parla di questa Vivian Kent (ispirata alla giornalista Jessica Pressler) che è una giornalista che in passato aveva commesso un madornale errore giornalistico e che adesso sta scrivendo un articolo su una presunta ereditiera tedesca, che è questa Anna Delvey.

L’inchiesta di Vivian mette in luce che questa Anna Delvey, il quale in realtà si chiama Anna Sorokin(a), non è in realtà un’ereditiera tedesca ma bensì un’abile truffatrice che è riuscita ad infiltrarsi in un mondo di persone altolocate facendo credere di essere una persona ricchissima.

La giornalista Vivian Kent è interpretata da tale Anna Chlumsky… Chi sarà mai?? Guardatela attentamente, scommetto che l’avete già vista!

Sì esatto, la bambina di “Papà ho trovato un amico” (My girl)!

Anna Delvey invece è interpretata da Julia Garner e della sua recitazione ne parleremo più tardi. Vivian mette sù questa inchiesta su Anna Delvey che nel frattempo è stata arrestata e si trova in galera perché su di lei pendono delle gravissime accuse di truffa, così Vivian la va a trovare in galera ed inizia a ricostruire tutto il percorso di Anna che l’ha portata fin lì. Perciò tra Anna e Vivian inizia uno strano rapporto…

Vivian è colpita dal fatto che Anna anche in galera si comporti come una persona altolocata nonostante ormai sia venuto fuori che lei non è chi dice di essere e continua a recitare anche lì il suo personaggio.

Anna Delvey in prigione continua a recitare il suo personaggio! (Anna Sorokin - Inventing Anna)

Quindi vediamo tutti i movimenti di Anna; come sono iniziate le sue conoscenze, come ad esempio con questo guru dell’auto-miglioramento o con questi tizi possessori di catene di abbigliamento di altissimo livello o con questa tizia, Rachel, che lavora per Vanity Fair, e così via!

ANNA DELVEY ED ALTRE SOLE!

Fyre Festival una delle fuffe più ridicole del mondo

Una cosa che mi è piaciuta della serie è il come hanno intersecato all’interno delle altre truffe che hanno sconvolto l’America, come ad esempio quella del Fyre Festival, non so se avete mai saputo questa storia di questo evento musicale che si doveva tenere su un’isola privata con centinaia migliaia di persone.

Quando poi tutte le persone sono arrivate lì, gli organizzatori dell’evento non avevano preparato niente, ed erano completamente impreparati, pertanto le persone sono rimaste lì sulla strada.

Se vi può interessare su Netflix c’è il docufilm “Fyre – La più grande festa mai avvenuta”, guardatela perché è molto interessante.

Un aspetto molto riuscito di Inventing Anna è l’interpretazione di Julia Garner su Anna Delvey; la parlata della Garner è veramente pazzesca soprattutto con quell’accento quasi “britannico” (da nobili). Ovviamente sto parlando della versione in lingua originale (inglese), io doppiata in italiano non l’ho mai vista, però avevo switchato ogni tanto e mi sembra che comunque abbiano fatto uno sforzo per mantenerlo. In ogni caso in originale è veramente pazzesca.

IL SOGNO AMERICANO DI ANNA SOROKIN

Guarda la mia video-recensione su Inventing Anna: https://youtu.be/ZGMBrwNGzrQ

Un altro aspetto che mette in luce la serie è la fissa del sogno americano e di come in certe realtà si giudichino le persone solo attraverso l’apparenza, o meglio, dal loro status apparente, e questo lo vediamo quando Vivian inizia ad intervistare tutte le persone che hanno avuto a che fare con lei e queste sembrano confermare di quanto lei sembrasse una persona affidabile, e sono ancora convinte che le sia un’ereditiera tedesca, ma senza avere alcuna prova per dirlo.

La maggior parte di loro la conoscevano solo da pochissimo tempo, quindi come potevano essere certi che lei fosse chi diceva di essere, soprattutto che fosse una persona affidabile? Qui mi viene in mente per forza di cose una scena de “I Simpson”, la puntata dove c’è il trilione di dollari che viene affidato al Sig. Burns in quanto “persona più ricca della città e quindi affidabile”! È una gag quella dei Simpson, chiaro, ma è una gag che riflette un modo di pensare, o no?

Il sogno americano di Anna Sorokina

Perciò Anna entra in questo mondo facilmente e quindi si becca le ospitate, persone che si accollano i suoi pagamenti quando vedono che la sua carta di credito magari non funziona per qualche motivo. Lei ovviamente quando questo accade, inventa sempre balle dicendo che il padre le ha tagliato i fondi o che c’è qualche errore con la banca, eccetera eccetera…

E ci sono persone che magari si accollano i suoi pagamenti senza poterselo permettere, solo perché si fidano dell’apparenza perché l’hanno vista al ristorante a ordinare cose costosissime, l’hanno vista anche offrire agli altri- Lei era anche solita fare regali, tipo a questa Rachel o a Neff, quest’altra amica che non è ricca ma si offre di pagarle un conto quando la sua carta non funziona.

LA VETRINA DI ANNA DELVEY

Perché tanto vedendo Anna indossare abiti firmati, girare in auto di lusso, alloggiare in hotel a 5 stelle, tutti elementi che portano i protagonisti di questa vicenda a fidarsi di lei, ad affidarle il proprio denaro, finché anche alcuni finanzieri o banchieri finiscono per crederle e ad affidarle prestiti di grandissime somme di denaro.

éer certi versi la storia di questa serie mi ha ricordato un caso italiano, quello di Fuffancella, “do you know?” non siamo a quei livelli, lì era tutt’altra cosa il discorso, però anche lì gente che affidava anche decine di migliaia di euro ad un tizio, ad un tale solo perché l’aveva visto in TV, perché girava con certe persone, per l’abbigliamento, per lo stile di vita apparente, e c’è una scena della serie che per certi versi racconta questa cosa.

Neff questa ragazza di colore che è diventata amica con Anna perché lei lavora in un albergo in cui proprio Anna alloggia, ad un certo punto mentre sono in un ristorante di lusso, le carte di credito di Anna non funzionano perché Anna non c’ha soldi. Quindi lo staff del ristorante sta per allertare le autorità, allora Neff nonostante lei non disponga di molti soldi decide di pagare per Anna convintissima che Anna in realtà abbia solo avuto un problema con le carte di credito, ed i soldi ce li abbia e glieli restituirà, tanto lei è ricchissima.

Neff Davis abbocca alla vetrina di Anna Delvey (Intenting Anna recensione e analisi)

Parlando con il suo ragazzo, le racconta che Anna c’ha un sacco di soldi ed il suo ragazzo la mette in allerta dicendole “Io credo che i ricchi ti mostrano i soldi quando ti vogliono distrarre da qualcos’altro!”, infatti questo secondo me è l’intero concetto di Inventing Anna. Anna Delvey è solo una vetrina la gente di quel livello la fa entrare nel proprio mondo solo perché abbocca alla sua vetrina

Ma poi il personaggio di Anna rappresenta quel tipo di persone ossessionate dal lusso e dal denaro. Persone che hanno un problema con la propria autostima, Anna Infatti non solo finge con gli altri ma anche con se stessa, lei è come se si convincesse delle sue stesse fregnacce, tant’è che continua a recitare quel ruolo anche in prigione!

FINALE DI INVENTING ANNA

Quindi passiamo alla fine: ed ecco cos’è che non mi piace! Allora farò ovviamente degli spoiler, per quanto si possa parlare di spoiler, dato che stiamo parlando di una storia vera. Nell’ultimo episodio vediamo la conclusione del processo per cui Anna è imputata, i capi d’accusa sono diversi, lì viene condannata per diversi capi d’accusa, ma viene assolta per il caso di Rachel.

Rachel è una donna che come Nef aveva pagato un suo conto salatissimo, di più di 60.000 dollari, in un lussosissimo albergo in Marocco, sempre perché ad Anna non funzionavano le carte di credito ed il personale minacciava di trattenere sia Anna che Rachel. A quel punto Rachel molto spaventata utilizza la propria carta di credito, anzi utilizza la carta di credito per la società per cui lavora.

Che cosa succede quindi? Viene fuori che Rachel è colei che ha fatto arrestare Anna alla fine, collaborando con la procura ed inoltre ha scritto un articolo per la società per cui lavora, più un libro sulle vicende con Anna. Quindi traendone un beneficio che le permetterà anche di ripagarsi i debiti che ha contratto per colpa di Anna. Ok, quando si scoprono queste cose Rachel passa da essere una vittima ad essere una colpevole perché ne ha tratto beneficio! Perché ha tradito un’amica facendola arrestare e via dicendo…

Rachel Williams passa da vittima a carnefine nella serie di Inventing Anna; non lo trovo giusto, oltre che narrativamente sbagliato!

Io sinceramente non riesco a capirla questa cosa nell’ottica della serie. Perché per quanto questa Rachel fosse una persona un po’ snob, un po’ opportunista, si è trovata in guai serissimi per colpa di Anna e ha fatto le uniche cose che poteva per togliersi dai guai. Invece no! Il messaggio che passa è che lei ha fatto la vittima ed è addirittura peggiore di Anna, tant’è che qui arriva la cosa assurda:

Quando Anna viene assolta dal reato di truffa per l’addebito sulla carta di credito di Rachel, poiché nessuno aveva obbligato Rachel a pagare per Anna, e fin qui ci siamo, succede che durante l’assoluzione vediamo Vivian e Kacy (la tizia del fitness che era amica sia di Anna che di Rachel) che inizialmente aiutava a Rachel, e persino i collaboratori del giornale di Vivian, esultare quando viene assolta Anna per questo capo di accusa! Tutti ad esultare “Evvai”, “Sì!”.

Ma è assurdo perché innanzitutto Vivian e soprattutto i collaboratori del giornale non erano dalla parte di Anna, loro stanno solo lavorando ad un’inchiesta, ma addirittura si vedono Neff, ma soprattutto Kacy, che sono contente dell’assoluzione mentre guardano Rachel come a dire “Schiatta maledetta!”.

È una scena assurda perché Anna Sorokin viene glorificata in questa parte finale, va bene che ha messo nel sacco delle persone che guardano solo all’apparenza, persone magari dal giudizio frivolo, sono quelle storie che a molti fanno ridere perché sono state truffate persone ricche. Però io dico in questa parte la serie assolve Anna. Pare che ci siano state polemiche anche nella realtà per questa cosa di Rachel, sembrerebbe oltretutto che la serie abbia raccontato cose anche non vere.

Però a prescindere da questo la Rachel rappresentata nella serie mi è stata mostrata come vittima e poi è diventata all’improvviso la cattiva, e questa è diciamo l’unica cosa della serie che non mi fa impazzire, ma per il resto è una serie molto affascinante, è una serie anche che ci racconta e che racconta l’America soprattutto!

Io insomma Inventing Anna la consiglio, ripeto peccato per il finale!