Dwaejiui Wang internazionalmente conosciuto con il titolo inglese The King of Pigs ossia il re dei maiali, è una serie della Corea del Sud, o K-Drama del 2022 che mi è stata consigliata da un membro del mio gruppo Facebook “La Taverna degli amanti di anime manga cinema e serie TV” (a proposito se non sei ancora iscritto fallo subito).
K-Drama Live Action
Questa serie coreana composta di 12 episodi e autoconclusiva, diretta da Kim Dae-jin, prodotta da Studio Dragon e Hidden Sequence per la piattaforma di streaming coreana Tving.
Il drama di cui parlo in questo articolo è in realtà un live action di un film d’animazione coreano del 2011 diretto da Yeon Sang-ho che altri non è che il regista di Train To Busan ma anche del suo prequel spinoff Seoul Station, di cui adoro entrambi i film. Seoul Station a me ad esempio era piaciuto moltissimo, per certi versi lo preferisco anche al capostipite.
Comunque sia il Drama coreano fatto con attori in carne d’ossa si differenzia per un bel po’ di cose dal film d’animazione, ma a questo ci arriveremo. Allora di che cosa parla The King of Pigs? C’è questo tizio Kwang Kyung-min interpretato da Kim Dong-wook che praticamente sembrerebbe aver ucciso la moglie; sulla scena del crimine una detective chiamata Kang Jin-ah interpretata da Chae Jung-an trova questo messaggio scritto da Kyung-min in cui praticamente invita un altro detective a fare qualcosa insieme.
Praticamente questo detective che è Jung Jong-seok interpretato da Kim Sung-kyu è in realtà un amico d’infanzia di questo presunto omicida.
Durante le indagini Jong-seok e la detective Kang si rendono conto che questo Kyung-min sta in realtà cercando di compiere una vendetta nei confronti dei bulli che lo hanno tormentato a scuola nel periodo delle medie dove era presente anche Jeong-seok, vecchio compagno di scuola di Kyung-min, anche lui stesso una vittima di questi bulli. Quindi Jong-seok e la detective cercano di fermare Kyung-min.
Il mistero si infittisce quando si scopre che in realtà a lottare coi bulli c’era una terza persona, un terzo ragazzino che sembra essere la causa che ha scatenato la vendetta di Kyung-min e parrebbe essere il motivo per cui lui stia tirando dentro il vecchio amico Jong-seok e questa in breve è la trama di The King of Pigs.
La serie ha una narrazione parallela; abbiamo da una parte il presente in cui c’è l’indagine e c’è Kyung-min che va a vendicarsi dei bulli ormai adulti, e la narrazione del periodo delle medie in cui vediamo Jong-seok e Kyung-min subire le angherie di questi nulli.
Bullismo in Corea del Sud
Qui innanzitutto va contestualizzata una cosa. Qui in Italia o qui in Occidente, evidentemente la parola bullismo non so quanto renda effettivamente. In Corea del Sud come in altri paesi asiatici, il bullismo è un annoso problema. Il bullismo mostrato in questa serie come in altre, es. “Non si siamo più vivi”, “The Glory” e via discorrendo, non è il bullismo che magari si può immaginare un italiano.
Parliamo di forti aggressioni non solo verbali ma anche fisiche, persino di abusi sessuali, al punto da portare anche ragazzi al suicidio. Non è che da noi non ci siano queste cose però non sono sicuro che il termine bullismo da noi renda l’idea, perché succede che alcuni italiani guardando queste trovino esagerate le violenze mostrate. Non credo affatto che siano esagerate.
Il Drama live action rispetto al film d’animazione modifica molto il contesto; ne cambia la struttura trasformandolo da thriller psicologico, quale è il film d’animazione, ad un thriller vendicativo. Quindi qui nella serie ci sono personaggi che fanno mestieri differenti per una mera funzione narrativa.
La vendetta in The King of Pigs
Perciò c’è questo elemento della vendetta contro le persone ormai adulte che nel passato hanno compiuto questi feroci atti di bullismo cambiando completamente la vita della vittima o delle vittime. In alcuni aspetti ricorda anche quell’altra serie bellissima che è la già succitata The Glory, presente su Netflix. A tal proposito The King of Pigs che io sappia non è mai arrivata da noi.
Come dicevo poc’anzi, la serie rispetto al film d’animazione rimuove alcune parti oniriche che sarebbero state troppo assurde per una serie live action.
Anche se mantiene qualcosa in quel senso. Aggiunge anche dei personaggi funzionali alla narrazione e in molti concetti risulta differente. La cosa che mi ha stupito è che il personaggio scelto per il personaggio di Jong-seok ha una sagoma identica a quella del film d’animazione.
Comunque sia questa è una serie pazzesca capace di sorprendere ad ogni episodio. La serie come ho detto è incentrata sulla vendetta, quindi c’è questo cliché del “oggi il bersaglio è lui“, “poi c’è lui”, quindi tu in un primo momento sei convinto che la formula sia questa e invece… Io non voglio spoilerare ma quando lui va dai primi due bersagli a colpirli, tu ti aspetti che poi ci saranno gli altri bersagli ancora peggiori dei primi.
In realtà i bersagli che vediamo all’inizio sono i peggiori! E i flashback su questi primi bersagli anche dopo essere stati “espletati” nella parte adulta, noi continueremo a vedere i flashback da bambini quando questi bersagli continuano a bullizzare i nostri due protagonisti sfortunati; Jong-seok e Kyung-min, e perciò nonostante nella narrazione adulta i bulli, i peggiori, vengano puniti, noi continuiamo a vederli nella narrazione in cui sono ragazzini delle medie continuando a vederli mentre bullizzano i nostri protagonisti!
E questa cosa è pazzesca perché prima veniamo soddisfatti dalla vendetta, perché la serie ti colpisce nel profondo a vedere queste persone tormentate da questi bulli in quella maniera, quindi si ottiene soddisfazione a vedere Kyung-min vendicarsi con una vendetta spietata. Ma poi continuando a vedere gli episodi e guardandoli continuare a fare i bulli nei flashback delle medie è come se la vendetta del presenta non abbia cancellato nulla… come nella realtà!
Se per fare un esempio tu uccidi uno che ti ha fatto del male in passato, ciò non cancellerà quello che ti ha fatto in passato, e la serie dà proprio questa sensazione. Lui si vendica, ma quelle cose che ha subito sono ancora lì in loop nei suoi traumi.
Regia e messa in scena
La regia di Kim dae-jin è pazzesca ogni episodio crea uno stato adrenalinico sia nel passato che nel presente. gli attacchi dei Bulli e le risse sono messe in scena da manuale. Poi c’è la colonna sonora che mantiene la tensione a 1000. Ogni episodio mette un hype pazzesco per vedere l’episodio successivo.
Non è solo la vendetta, c’è qualcosa in fondo più grande tra i due protagonisti e la musica, mamma mia, in certi momenti è da brividi! Gli attori sono stati bravissimi, i bambini pazzeschi. In particolare quelli dei due bulli principali e di Jong-seok e Cheol. Le parti in cui vediamo le angherie dei bulli sono proprio crude!
Soprattutto perché Vediamo quanto pesa ai protagonisti questa situazione e quanto invece a questi bulli vada tutto per il meglio. Anche da adulti hanno vissuto come se niente fosse. Anzi hanno messo su famiglia e sono tutti tranquilli! Quindi manco a dire il karma… e invece le vittime dei bulli sono rimaste segnate per sempre, vanno dagli psicologi, hanno problemi in famiglia, hanno problemi nel lavoro.
Quindi la serie ti trasmette un senso di frustrazione e una voglia di vedere Vendetta. Insomma questo The King of Pigs è veramente una bomba, recuperalo subito e ti consiglio anche di vedere il film d’animazione.
Però ti consiglio di guardare prima la serie, perché secondo me ha dei colpi di scena pazzeschi.
Oltretutto, io trovo la serie molto più bella del film d’animazione (sicuramente mi avrà influenzato aver visto prima il drama, però io sinceramente lo reputo superiore al film di Yeon Sang-ho), e questo Drama entra di diritto tra le serie che ho adorato di più.
Differenze col film d’animazione
Potrei dire altre mille cose ma non voglio spoilerare una webserie quasi perfetta… quasi, perché c’era un punto in un episodio che non mi aveva convinto e che poi dopo aver guardato il film d’animazione ho compreso perché non mi tornava nella serie; sarebbe il punto in cui la polizia va a scuola a cercare Cheul…
È la scena in cui va all’obitorio con la madre, che secondo me nel drama ha poco senso per come è stata messa in scena, ed ho capito perché quando ho visto il film d’animazione! Avendo gli autori del drama cambiato delle cose, quella scena nel nel film d’animazione ha senso, nel drama penso proprio di no.
Per questo articolo è tutto, recuperati The King of Pigs perché è pazzesca, non credere neanche per un istante che queste serie valgano di meno di molte serie televisive americane. Anzi non fare l’errore che fanno molti di snobbarle e veditela. Poi se ti va lascia un commento sotto questo articolo per farmi sapere cosa ne pensi.
Inventing Anna: Da come si è capito dal titolo, in questo articolo intendo parlare e fare una analisi (o recensione) di Inventing Anna, una miniserie realizzata nel 2022 e composta da nove episodi. Una serie Netflix molto interessante basata su fatti realmente accaduti e realmente interessanti, che ho riguardato con piacere in un periodo recente, ma con cui continuo ad avere un problema col finale.
Inventing è una webserie ideata da Shonda Rhimes, quella di Grey’s Anatomy, un’autrice che quanto a uccidere i propri personaggi nelle maniere più crudeli e ridicole possibili potrebbe dare lezioni a George Martin, e chi ha seguito Grey’s Anatomy fino all’undicesima stagione sa di cosa sto parlando!
TRAMA DI INVENTING ANNA
Allora Inveting Anna è basata su una storia vera anche molto recente. La serie però si prende alcune libertà e tra l’altro lo mette sempre per iscritto in ogni episodio. È una serie che già la prima volta che l’avevo vista mi era piaciuta abbastanza, mi aveva affascinato, però come detto in introduzione, ha un finale che ogni volta mi lascia perplesso, ma ci arriveremo, ci arriveremo!
La storia parla di questa Vivian Kent (ispirata alla giornalista Jessica Pressler) che è una giornalista che in passato aveva commesso un madornale errore giornalistico e che adesso sta scrivendo un articolo su una presunta ereditiera tedesca, che è questa Anna Delvey.
L’inchiesta di Vivian mette in luce che questa Anna Delvey, il quale in realtà si chiama Anna Sorokin(a), non è in realtà un’ereditiera tedesca ma bensì un’abile truffatrice che è riuscita ad infiltrarsi in un mondo di persone altolocate facendo credere di essere una persona ricchissima.
La giornalista Vivian Kent è interpretata da tale Anna Chlumsky… Chi sarà mai?? Guardatela attentamente, scommetto che l’avete già vista!
Sì esatto, la bambina di “Papà ho trovato un amico” (My girl)!
Anna Delvey invece è interpretata da Julia Garner e della sua recitazione ne parleremo più tardi. Vivian mette sù questa inchiesta su Anna Delvey che nel frattempo è stata arrestata e si trova in galera perché su di lei pendono delle gravissime accuse di truffa, così Vivian la va a trovare in galera ed inizia a ricostruire tutto il percorso di Anna che l’ha portata fin lì. Perciò tra Anna e Vivian inizia uno strano rapporto…
Vivian è colpita dal fatto che Anna anche in galera si comporti come una persona altolocata nonostante ormai sia venuto fuori che lei non è chi dice di essere e continua a recitare anche lì il suo personaggio.
Quindi vediamo tutti i movimenti di Anna; come sono iniziate le sue conoscenze, come ad esempio con questo guru dell’auto-miglioramento o con questi tizi possessori di catene di abbigliamento di altissimo livello o con questa tizia, Rachel, che lavora per Vanity Fair, e così via!
ANNA DELVEY ED ALTRE SOLE!
Una cosa che mi è piaciuta della serie è il come hanno intersecato all’interno delle altre truffe che hanno sconvolto l’America, come ad esempio quella del Fyre Festival, non so se avete mai saputo questa storia di questo evento musicale che si doveva tenere su un’isola privata con centinaia migliaia di persone.
Quando poi tutte le persone sono arrivate lì, gli organizzatori dell’evento non avevano preparato niente, ed erano completamente impreparati, pertanto le persone sono rimaste lì sulla strada.
Se vi può interessare su Netflix c’è il docufilm “Fyre – La più grande festa mai avvenuta”, guardatela perché è molto interessante.
Un aspetto molto riuscito di Inventing Anna è l’interpretazione di Julia Garner su Anna Delvey; la parlata della Garner è veramente pazzesca soprattutto con quell’accento quasi “britannico” (da nobili). Ovviamente sto parlando della versione in lingua originale (inglese), io doppiata in italiano non l’ho mai vista, però avevo switchato ogni tanto e mi sembra che comunque abbiano fatto uno sforzo per mantenerlo. In ogni caso in originale è veramente pazzesca.
IL SOGNO AMERICANO DI ANNA SOROKIN
Un altro aspetto che mette in luce la serie è la fissa del sogno americano e di come in certe realtà si giudichino le persone solo attraverso l’apparenza, o meglio, dal loro status apparente, e questo lo vediamo quando Vivian inizia ad intervistare tutte le persone che hanno avuto a che fare con lei e queste sembrano confermare di quanto lei sembrasse una persona affidabile, e sono ancora convinte che le sia un’ereditiera tedesca, ma senza avere alcuna prova per dirlo.
La maggior parte di loro la conoscevano solo da pochissimo tempo, quindi come potevano essere certi che lei fosse chi diceva di essere, soprattutto che fosse una persona affidabile? Qui mi viene in mente per forza di cose una scena de “I Simpson”, la puntata dove c’è il trilione di dollari che viene affidato al Sig. Burns in quanto “persona più ricca della città e quindi affidabile”! È una gag quella dei Simpson, chiaro, ma è una gag che riflette un modo di pensare, o no?
Perciò Anna entra in questo mondo facilmente e quindi si becca le ospitate, persone che si accollano i suoi pagamenti quando vedono che la sua carta di credito magari non funziona per qualche motivo. Lei ovviamente quando questo accade, inventa sempre balle dicendo che il padre le ha tagliato i fondi o che c’è qualche errore con la banca, eccetera eccetera…
E ci sono persone che magari si accollano i suoi pagamenti senza poterselo permettere, solo perché si fidano dell’apparenza perché l’hanno vista al ristorante a ordinare cose costosissime, l’hanno vista anche offrire agli altri- Lei era anche solita fare regali, tipo a questa Rachel o a Neff, quest’altra amica che non è ricca ma si offre di pagarle un conto quando la sua carta non funziona.
LA VETRINA DI ANNA DELVEY
Perché tanto vedendo Anna indossare abiti firmati, girare in auto di lusso, alloggiare in hotel a 5 stelle, tutti elementi che portano i protagonisti di questa vicenda a fidarsi di lei, ad affidarle il proprio denaro, finché anche alcuni finanzieri o banchieri finiscono per crederle e ad affidarle prestiti di grandissime somme di denaro.
éer certi versi la storia di questa serie mi ha ricordato un caso italiano, quello di Fuffancella, “do you know?” non siamo a quei livelli, lì era tutt’altra cosa il discorso, però anche lì gente che affidava anche decine di migliaia di euro ad un tizio, ad un tale solo perché l’aveva visto in TV, perché girava con certe persone, per l’abbigliamento, per lo stile di vita apparente, e c’è una scena della serie che per certi versi racconta questa cosa.
Neff questa ragazza di colore che è diventata amica con Anna perché lei lavora in un albergo in cui proprio Anna alloggia, ad un certo punto mentre sono in un ristorante di lusso, le carte di credito di Anna non funzionano perché Anna non c’ha soldi. Quindi lo staff del ristorante sta per allertare le autorità, allora Neff nonostante lei non disponga di molti soldi decide di pagare per Anna convintissima che Anna in realtà abbia solo avuto un problema con le carte di credito, ed i soldi ce li abbia e glieli restituirà, tanto lei è ricchissima.
Parlando con il suo ragazzo, le racconta che Anna c’ha un sacco di soldi ed il suo ragazzo la mette in allerta dicendole “Io credo che i ricchi ti mostrano i soldi quando ti vogliono distrarre da qualcos’altro!”, infatti questo secondo me è l’intero concetto di Inventing Anna. Anna Delvey è solo una vetrina la gente di quel livello la fa entrare nel proprio mondo solo perché abbocca alla sua vetrina
Ma poi il personaggio di Anna rappresenta quel tipo di persone ossessionate dal lusso e dal denaro. Persone che hanno un problema con la propria autostima, Anna Infatti non solo finge con gli altri ma anche con se stessa, lei è come se si convincesse delle sue stesse fregnacce, tant’è che continua a recitare quel ruolo anche in prigione!
FINALE DI INVENTING ANNA
Quindi passiamo alla fine: ed ecco cos’è che non mi piace! Allora farò ovviamente degli spoiler, per quanto si possa parlare di spoiler, dato che stiamo parlando di una storia vera. Nell’ultimo episodio vediamo la conclusione del processo per cui Anna è imputata, i capi d’accusa sono diversi, lì viene condannata per diversi capi d’accusa, ma viene assolta per il caso di Rachel.
Rachel è una donna che come Nef aveva pagato un suo conto salatissimo, di più di 60.000 dollari, in un lussosissimo albergo in Marocco, sempre perché ad Anna non funzionavano le carte di credito ed il personale minacciava di trattenere sia Anna che Rachel. A quel punto Rachel molto spaventata utilizza la propria carta di credito, anzi utilizza la carta di credito per la società per cui lavora.
Che cosa succede quindi? Viene fuori che Rachel è colei che ha fatto arrestare Anna alla fine, collaborando con la procura ed inoltre ha scritto un articolo per la società per cui lavora, più un libro sulle vicende con Anna. Quindi traendone un beneficio che le permetterà anche di ripagarsi i debiti che ha contratto per colpa di Anna. Ok, quando si scoprono queste cose Rachel passa da essere una vittima ad essere una colpevole perché ne ha tratto beneficio! Perché ha tradito un’amica facendola arrestare e via dicendo…
Io sinceramente non riesco a capirla questa cosa nell’ottica della serie. Perché per quanto questa Rachel fosse una persona un po’ snob, un po’ opportunista, si è trovata in guai serissimi per colpa di Anna e ha fatto le uniche cose che poteva per togliersi dai guai. Invece no! Il messaggio che passa è che lei ha fatto la vittima ed è addirittura peggiore di Anna, tant’è che qui arriva la cosa assurda:
Quando Anna viene assolta dal reato di truffa per l’addebito sulla carta di credito di Rachel, poiché nessuno aveva obbligato Rachel a pagare per Anna, e fin qui ci siamo, succede che durante l’assoluzione vediamo Vivian e Kacy (la tizia del fitness che era amica sia di Anna che di Rachel) che inizialmente aiutava a Rachel, e persino i collaboratori del giornale di Vivian, esultare quando viene assolta Anna per questo capo di accusa! Tutti ad esultare “Evvai”, “Sì!”.
Ma è assurdo perché innanzitutto Vivian e soprattutto i collaboratori del giornale non erano dalla parte di Anna, loro stanno solo lavorando ad un’inchiesta, ma addirittura si vedono Neff, ma soprattutto Kacy, che sono contente dell’assoluzione mentre guardano Rachel come a dire “Schiatta maledetta!”.
È una scena assurda perché Anna Sorokin viene glorificata in questa parte finale, va bene che ha messo nel sacco delle persone che guardano solo all’apparenza, persone magari dal giudizio frivolo, sono quelle storie che a molti fanno ridere perché sono state truffate persone ricche. Però io dico in questa parte la serie assolve Anna. Pare che ci siano state polemiche anche nella realtà per questa cosa di Rachel, sembrerebbe oltretutto che la serie abbia raccontato cose anche non vere.
Però a prescindere da questo la Rachel rappresentata nella serie mi è stata mostrata come vittima e poi è diventata all’improvviso la cattiva, e questa è diciamo l’unica cosa della serie che non mi fa impazzire, ma per il resto è una serie molto affascinante, è una serie anche che ci racconta e che racconta l’America soprattutto!
Io insomma Inventing Anna la consiglio, ripeto peccato per il finale!
The Good Mothers: La serie che vorrei trattare nel seguente articolo è “The Good Mothers – Le donne che hanno sfidato la ‘ndrangheta”, quindi se nell’ultimo ho parlato di un drama coreano, vale a dire Celebrity, stavolta tratterò uno sceneggiato semi-nostrano.
È una serie presente sulla piattaforma Disney Plus che l’ha anche prodotta, diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso, tratta dal romanzo di Alex Perry. Di seguito ecco la mia analisi e recensione di questa webserie.
La prima cosa che mi ha incuriosito di questa serie è il fatto che parlasse di ‘ndrangheta, perché in Italia almeno, per l’impressione che ho avuto io, di produzioni che parlano di ‘ndrangheta, o che comunque ne parlano in questa maniera, non ce ne sono poi molte, o almeno a me è capitato di vederne davvero poche.
La trama di The Good Mothers
La serie di The Good Mothers tratta di queste donne adolescenti o giovani madri che, vivendo in un ambiente ‘ndranghetista, quindi mafioso, sono condannate ad una vita di segregazione, di mancanza di libertà, di regole maschiliste e completamente chiuse, per non dire troglodite, che le condannano quindi ad un’esistenza infernale.
Le storie sono tutte tratte da vicende realmente accadute, benché comunque la serie si sia presa alcune libertà, inventando qualche personaggio qui e lì.
La storia parla di questa Lea, interpretata da Micaela Ramazzotti, questa donna che un giorno prende la figlia e fugge via dalla famiglia per entrare nel programma di protezione testimoni della polizia, ovviamente testimoniando contro la propria famiglia!
Dopo anni che Lea è stata via in questo programma di protezione testimoni in luoghi lontani e isolati, decide di tornare dalla propria famiglia, quindi di smettere di essere una testimone e di tornare in Calabria insieme ai propri familiari, perché quella vita isolata non riusciva più a sopportarla.
Era sempre sola, si sentiva abbandonata, la figlia viveva malissimo, ed anche lei, in più la famiglia ‘ndranghetista, il marito, la madre, la suocera, tutti gli altri componenti familiari cercano di convincerla che l’hanno perdonata, che loro sono cambiati, che la rivogliono in famiglia e così via…
Puoi visionare anche la video-recensione su Youtube: clicca qui!
Questo porta Lea a cedere, e a ritornare un giorno in Calabria con la figlia; il giorno stesso che questo avviene, la madre viene separata dalla figlia e scompare… Ovviamente è stata uccisa dalla ‘Ndrangheta! Allo stesso modo vediamo altre due famiglie in cui, anche qui, delle mogli di ‘ndranghetisti sono costrette a questa vita orribile in cui vengono completamente vessate.
Se si mettono un po’ di rossetto vengono prese a botte, se provano anche solo a rispondere agli uomini, questi le prendono la testa e gliela scaraventano nel piatto davanti a tutti, umiliandole! Insomma costrette ad una vita terribile.
Allora, c’è questo magistrato, Anna Colace, interpretata da Barbara Chichiarelli, che sarebbe la Livia di “Suburra – La serie”, la sorella di Aureliano.
Praticamente la Colace individua una di queste donne e la convince ad entrare nel programma di protezione testimoni per farla testimoniare dato che lei svolge un grandissimo ruolo all’interno di questa cosca mafiosa.
La storia di Giuseppina Pesce
Insomma questa donna che si chiama Giuseppina Pesce (davvero esistente nella realtà!) inizia così il programma di protezione testimoni; inizia a parlare e partono dalle autorità i vari arresti contro la sua famiglia che ovviamente vorrebbe ucciderla immediatamente. Ella finisce in questa casa protetta lontano portandosi i figli, qui però inizia ad avere i primi problemi, infatti in questo posto sono completamente isolati.
Soffrono la solitudine, si sentono abbandonati, le giornate sono tutte uguali. I figli soprattutto soffrono terribilmente la mancanza di tutti gli altri parenti e oltretutto n on sono minimamente in grado di capire quale sia la situazione e cosa abbia portato la madre a prendere questa decisione.
Ma questa cosa tra l’altro l’ho sentita spesso dire da veri testimoni in alcune interviste in TV, in cui praticamente spiegavano che durante il programma di protezione testimoni si sentivano completamente abbandonati dallo stato, oltre a vivere malissimo la situazione perché vivevano soli in posti sperduti e spesso venivano spostati, quindi dovevano sempre ripartire da zero.
Questo è proprio il tipo di narrativa che The Good Mothers ci racconta e che infatti preferisco maggiormente!
La famiglia ‘ndranghetista di questa Giuseppina sta subendo gli arresti, loro ritengono oltraggioso quello che lei ha fatto (peraltro ancor prima aveva anche un amante perché il rapporto con suo marito non esisteva, ed oltretutto era pure in galera!). Che cosa fanno allora i familiari?
Trovano il modo di contattare la figlia adolescente, che è anch’essa nel programma di protezione testimoni, e fanno un lavoro di convincimento in modo tale che la figlia adolescente porti la madre a tornare indietro, facendo leva sul fatto che loro la perdoneranno e si dimenticheranno di tutto, quindi anche questa Giuseppina come Lea rischia di fare questo passo indietro che potrebbe portarla alla morte.
Una cosa particolarmente riuscita di questa serie innanzitutto, è il contesto dell’ambientazione e del dialogato che è molto realistico, si parla quasi sempre in dialetto calabrese.
Mi è piaciuta molto l’interpretazione di Valentina Bellè nel ruolo di Giuseppina, perché lei c’ha questa parlata particolare, lenta un po’ strana, che però in questo contesto funziona e rende il tutto realistico.
È un personaggio che vuole uscire da quell’ambiente, ma in qualche modo le sue ossa sono fatte da esso, quindi si ritrova sempre in bilico! Un altro aspetto molto riuscito di The Good Mothers, un aspetto che forse reputo decisamente superiore ad un “Gomorra” o un “Romanzo Criminale – La serie”, è il fatto che i mafiosi, gli ‘ndranghetisti, non vengano esaltati come personaggi da ammirare o con cui simpatizzare, anzi la sensazione è esattamente l’opposta!
Si rimane sempre schifati da questi uomini orribili completamente trogloditi, ed ancora peggio sono le suocere, le nonne, le sorelle, che sono completamente assoggettate a questo ambiente, non perché hanno paura, ma perché sono anch’esse plagiate da quel sistema.
Apologia mafiosa
Una delle altre vicende è quella di Denise (Gaia Girace) che praticamente è quella che ha perso la madre, Lea. Denise capisce subito che la madre è stata uccisa, non ci crede alle cavolate che le dicono il padre e gli altri parenti, ossia che la madre ha preso e se n’è andata così…
Quindi noi vediamo il padre che cerca in tutti i modi di portare la figlia a sé, per trasformarla in una di loro mettendole vicino questo ragazzo, Carmine; tra lei e Carmine ci sono diverse interazioni, si instaura dunque un legame tra i due finché però la vicenda porterà ad una rivelazione tragica, che purtroppo è anche reale.
The Good Mothers – Le donne che hanno sfidato la ‘ndrangheta, è uscita pochi mesi fa ed è una co-produzione italo-britannica, ma devo dire che è molto “italiana”, ma nel senso positivo (non certo in quello di Stanis La Rochelle!), non ho mai percepito scene o narrazioni fuori dagli schemi italiani, anzi. Tutto è sempre contestualizzato nel nostro mood, diciamo così.
La serie è composta da 6 episodi da un’ora ciascuno, come ho detto è disponibile su Disney Plus, io la consiglio davvero, è forse una delle migliori serie che tratta il genere mafia, spero ti sia piaciuta la mia recensione, Il Recensore Delirante ti saluta!
Celebrity: Salve internauti, bentornati sul blog di IRD: da come si può intuire dai miei articoli, la mia intenzione è non solo di trattare anime e manga (o live action di questi ultimi), ma anche cinema e serie televisive di qualunque nazionalità (sceneggiati, fiction, telefilm o drama che siano) e di qualunque genere.
Oggi vorrei parlare di una serie coreana presente in streaming in italiano su Netflix, intitolata “Celebrity” diretta da Kim Cheol-kyu e composta da 12 episodi; la serie è autoconclusiva, quindi non ha una seconda o una terza stagione per il quale vedere lo sviluppo delle vicende, tutto si conclude in un’unica trance di puntate, benché io non possa escludere un rinnovo che prosegua le vicende, ma lo reputo francamente improbabile vista la natura del finale.
L’ho vista circa 2 mesi fa e devo dire che Celebrity mi ha veramente appassionato, l’ho trovata davvero ben fatta (benché abbia certamente i suoi difettini) e spero venga vista da più persone possibili. Dividerò l’articolo in due parti; una parte breve in cui spiegherò a grandi linee di cosa parla, per chi non l’ha vista, e poi tratterò la sezione spoiler. Quindi siete avvisati, se non l’avete ancora vista leggete fino a dove indicherò (farò un’allerta spoiler al momento giusto)!
LA TRAMA DI CELEBRITY
La serie si apre con questa ragazza chiamata Seo Ah-ri interpretata da una bravissima Park Gyu-young, lei peraltro è la stessa attrice che ha interpretato in un’altra serie coreana su Netflix, cioè “Sweet Home”, la ragazza con la mazza da baseball e che suona la chitarra. Lei, Seo Ah-ri è una influencer di successo che ha avuto più di un milione di follower sul social di Instagram, nel mondo della moda, famosissima quindi nel fashion e con un ruolo di punta nel ruolo di influencer, nella vendita di vestiario di marca.
Seo Ah-ri trasmette una live su Instagram in cui fa rivelazioni sconcertanti e mette in subbuglio un’altra serie di influencer su Instagram, delle ragazze che sono preoccupatissime per quello che dirà, e oltretutto sono stupite dal vederla in live per un motivo che verrà svelato alla fine del primo episodio.
IL MONDO DELLE INFLUENCER SU INSTAGRAM
Quindi questa Seo Ah-Ri inizia un racconto dove spiega come è diventata famosa, ed il mondo che la circonda e tutti i lati oscuri di esso, così insomma parte un flashback in cui la vediamo quando ancora non era neanche entrata nel mondo dei social; lei fa la venditrice porta a porta e reincontra questa amica Min-hye che praticamente adesso fa la influencer e conduce una bella vita.
Min-hye appena la vede impazzisce: “ah Seo Ah-ri, quanto tempo! Come stai?” Questa Min-hye è convinta che la sua vecchia amica sia ricca perché infatti Seo Ah-ri quando era più piccola era molto benestante per via del padre che aveva un grande business nel commercio dell’abbigliamento.
Tuttavia ad un certo punto il padre è andato in bancarotta ed è passato a miglior vita, e da quel momentto la sua famiglia vive modestamente però sono molto indebitati, perciò Seo Ah-ri fa la venditrice porta a porta vendendo cosmetici, stile Avon.
Insomma, Min-hye la invita ad un galà solo per persone benestanti e facenti parte di quel mondo, credendo che lei sia ricca, quindi l’intenzione di questa Min-hye è sfruttare Seo Ah-ri per avere ancora più popolarità e per ottenere ancora più entrate. Seo Ah-Ri non vorrebbe andarci anche perché a lei non piace nascondere questo fatto che in realtà non è più ricca, però l’amica e la madre la convincono ad andarci.
La madre di Seo Ah-ri e l’amica peraltro sono appassionatissime di capi di abbigliamento, pergiunta seguono gli influencer su Instagram, la convincono quindi ad andare e la madre le dà un vestito che appartiene ad una sua cliente, poiché lei praticamente gestisce una tintoria per vestiti di altissima classe, quindi gliene dà uno di una cliente facoltosa, un vestito costosissimo, glielo fa mettere dice: “Vai lì, non ti preoccupare, così fai una bella figura!”. Seo Ah-ri non vorrebbe ma alla fine ci va, e che cosa succede?
Che al galà praticamente arriva un’altra influencer che litiga con Min-hye perché lei con altre persone l’avrebbe sputtanata online, e le avrebbe distrutto praticamente la sua carriera da influencer! Seo Ah-ri interviene e nella collutazione le finisce addosso del vino; quindi il vestito viene sporcato in maniera irreversibile e la madre è costretta a scusarsi con questa cliente, che è una donna ricchissima che ha come cognata una famosa influencer che peraltro fa parte del gruppo di Min-hye.
IL SUCCESSO DI SEO AH-RI
Questa donna in realtà quando scopre del vestito non fa niente e addirittura non vuole essere ripagata il vestito nonostante Seo Ah-ri si fosse proposta di ripagarglielo a rate lavorando duro. Così tra questa donna e Seo Ah-ri nasce un legame che diverrà molto importante per le vicende. Intanto questa Min-hye scopre che Seo Ah-ri non è più ricca e nel momento in cui lo scopre mostra la sua vera natura, quindi una persona molto falsa che guarda le persone dall’alto al basso, perciò rompe con la vecchia “amica” dopo averla peraltro umiliata insieme al suo club di influencer.
Qui oltretutto si vede tutta la falsità di queste ragazze che nelle loro dirette fanno tutte le persone comprensive ma poi nella realtà guardano tutti dall’alto al basso e si nutrono dell’invidia delle altre persone vivendo di fatto solo di apparenze! Ma è proprio qui che Seo Ah-ri casualmente grazie a Min-hye ed alcune altre vicende inizia a diventare popolare su Instagram iniziando a ricevere le prime proposte di collaborazione dalle società, per poi essere anche contattata da una compagnia che la farà crescere come influencer su Instagram.
Da qui in poi lei inizierà ad avere sempre più successo e Min-hye e le altre invece faranno di tutto per distruggerla; questa era la trama in generale (mi sa che mi sono protratto anche troppo!) questa serie, Celebrity, fa un vero e proprio spaccato sul mondo dei social e sul vivere di apparenza attraverso la rete; per fare un esempio c’è questa cosa delle persone che non perdono mai occasione di fotografarsi, quando ad esempio stanno vicino ad una macchina costosissima che però magari poi si scopre non essere neanche la loro.
Vi è ad esempio questa sequenza dove si vede un tizio che si fa un selfie vicino alla macchina finché poi non arriva il vero proprietario. Quindi il tizio in realtà non possiede quella macchina, ma sui social farà credere di sì! Oppure la tizia che si fa le foto con le borse di marca costosissime e poi in realtà quando finisce di farsi i selfie si scoprono essere dell’amica.
Celebrity mostra la competizione che c’è in questo mondo, ad esempio il club di Min-hye e le altre la “Gabin Society”; queste influencer tra loro fingono di essere amiche attraverso la rete ma in realtà si odiano a vicenda, e l’unica cosa che le lega veramente è l’odio nei confronti di Seo Ahri: loro odiano Seo Ah-ri perché non sopportano la sua sincerità e non sopportano che una che non aveva un soldo, il giorno dopo ha più successo di loro!
LOTTE DI CLASSE IN CELEBRITY
Celebrity è una serie che parla anche di lotte di classe come spesso vediamo in prodotti coreani. Queste donne tra l’altro nascondono il proprio passato perché in realtà la maggior parte di loro non era benestante da sempre, nonostante in realtà in rete facciano apparire di essere sempre state ricche.
Nella realtà molte di loro sono riuscite ad arricchirsi sfruttando il successo di altri appoggiandosi ad altre persone o facendo attività illegali, quindi sono influencer che vendono la perfezione su Instagram, ma sotto sotto nascondono tantissimi scheletri nell’armadio che se venissero fuori le potrebbero distruggere, e sono proprio gli scheletri che la Seo Ah-ri del presente inizia a rivelare piano piano nella diretta.
Un aspetto molto realistico di questa serie sono appunto Min-hye e le altre, perché mostrano un atteggiamento tipico di chi su internet si vende come persona di successo e ricca senza esserlo davvero, esprimendo poi uno snobismo verso tutti coloro che non sono né ricchi e né di successo, quindi un vero e proprio riflesso di se stessi! Invero è come se odiassero se stessi perché nella realtà non sono né ricchi né di successo, fingono solo di esserlo ma riflettono questo loro odio sulle altre persone; il loro fallimento lo riflettono sulle altre persone!
Un altro aspetto di Celebrity che tra l’altro viaggia anche sul drammatico ed il comico nella serie, sono i commenti. Praticamente Seo Ah-ri quando inizia a diventare di successo inizia ad essere anche bersagliata da alcuni hater soprattutto perché viene imbastita una guerra sui social contro Min-hye le altre, di conseguenza si creano delle fazioni che le vanno contro o che le vanno a sostegno. E fa ridere molto una scena con la madre che dice “Io l’ho difesa con tutti e otto i miei profili!”
Questo fa molto ridere perché è quello che succede nella realtà, le persone si creano più profili con nomi diversi spacciandosi quindi per più persone, e succede che quando scrivi con profili diversi dei commenti sotto ad un post, e lasci dei like, le altre persone penseranno che ci stanno più persone che stanno sostenendo quell’idea, quando in realtà è una persona sola dietro! Quindi anche questo è un fenomeno realistico e pertanto mi ha fatto ammazzare daL ridere questa scena della madre.
CELEBRITY, ALLERTA SPOILER…
E ora passiamo alla parte spoiler. Se non volete proseguire per non spoilerarvi vi ringrazio per avermi seguito fin qui. Passiamo agli spoiler, una cosa molto riuscita di questa serie sono le interazioni tra i personaggi come ad esempio il rapporto che si crea tra Yoon Si-hyeon e Seo Ah-ri: Yoon Si-hyeon sarebbe la donna del vestito nonché la moglie dell’amministratore delegato di questo grandissimo studio legale; la Taekang. Ella è anche la cognata di una delle influencer della Gabin Society.
Questo rapporto è molto interessante perché Yoon Si-hyeon è stupita dalla sincerità di Seo Ah-ri, vivendo lei in un triste contesto di falsità insieme al marito e alla cognata, quindi questo porta Yoon Si-hyeon a venire sempre incontro a Seo Ahri, a spalleggiarla sempre di più fino ad arrivare ad andare contro al marito e alla cognata.
Infatti escono fuori grazie a Seo Ah-ri tutti gli scheletri, non solo di queste influencer, che iniziano a crollare piano piano, ma anche tutti gli scheletri di questo studio legale importantissimo, che per proteggere una delle influencer aveva cagionato la morte di un uomo al solo scopo di coprire un eventuale scandalo che colpisse la sorella influencer e la sua società.
COERENZA E REALISMO
Celebrity mi piace molto perché devo dire che come altre serie coreane mantiene sempre una sorta di realismo nelle vicende, che rendono il tutto appassionante, nondimeno questo modo di mantenere la coerenza nell’indole dei personaggi: Cosa voglio dire? Spesso nelle serie americane e non solo, c’è da parte degli autori questa tentazione di far redimere i personaggi negativi, quindi personaggi che magari fino al momento prima non avevano alcuno scrupolo, all’improvviso iniziano a compiere una sorta di atto redentorio.
Invece in Celebrity ed in altre serie mi colpisce come i personaggi mantengano fino all’ultimo la loro linea, vale a dire che se sono delle merde di persone, rimarranno merde fino alla fine! Quanto alle parti finali la serie mi ha davvero tenuto col fiato sospeso, nonostante io avessi capito già alcune cose: per fare un esempio io avevo capito il fatto che l’amica di Seo Ah-ri, ossia Jeong-Sun, fosse una delle hater della protaognista; mi era venuto in mente perché avevo capito che era qualcuno vicino a lei.
L’IDENTITA’ DI BBBFAMOUS
Però devo dire che qui secondo me la narrazione di Celebrity è stata un po’ confusionaria perché sembrava quasi che lei fosse “bbbfamous”.
Ecco questa figura bbbfamous secondo me è una delle parti migliori della serie; bbbfamous è un account su Instagram privo di qualunque informazione che faccia ricondurre al suo sesso, alla sua età ed alla sua provenienza. Questo bbbfamous aiuta Seo Ah-ri inizialmente a colpire le sue rivali (per così dire) e le dà dei preziosi consigli su come ottenere più successo, finchè poi le si rivolta contro.
Quando tuttavia si scopre che l’amica è una delle hater, forse è stata fatta volutamente confusione, ma sembrava come se si fosse scoperto che l’amica stessa Jeong-Sun fosse in realtà bbbfamous… Non so se questa cosa è voluta o se semplicemente hanno fatto confusione! Fatto sta che quando scoprono l’identità degli hater, Seo Ah-ri, almeno nella versione italiana, dice “Avete scoperto l’identità di bbbfamous?” Invece no!
Io per tutto il tempo mi sono chiesto chi fosse bbbfamous, e questa cosa è stata veramente pazzesca, come pazzesco è stato il mistero della Seo Ah-ri del presente, visto che lei in realtà dovrebbe essere morta. La Seo Ah-ri che fa le dirette mette davvero hype, io fino alla fine mi stavo chiedendo che cosa fosse accaduto, è una serie quindi che sa davvero appassionare, che spesso ti porta in una direzione e poi ti frega! Volutamente, nel senso buono!
IL MISTERO DELLA SEO AH-RI DEL PRESENTE
La rivelazione di dove sia Seo Ah-ri. se sia davvero lei, è pazzesca. Io però l’avevo intuito che fosse un “deepfake”, perché la Seo Ah-ri delle dirette aveva queste strane movenze, e le scene all’interno dell’appartamento la riprendevano solo di profilo, da lontano, quindi mi era venuto il dubbio: “Vuoi vedere che in realtà questo è un deepfake?”.
Infine abbiamo la rivelazione di bbbfamous che era tra i misteri più potenti di questa serie.
Anche qui la serie ti inganna in più occasioni, perché ci fanno anche credere che sia quella donna che arriva ad un certo punto nel locale di suo marito e che in realtà è Wang Ro-La, quella lì che aveva litigato all’inizio con Biniimom, e che in realtà non c’entra con bbbfamous, è stata una mossa pazzesca da parte degli autori, perché hanno scelto un’attrice con un’espressività inquietante!
Comunque sia questo bbbfamous scopriamo essere in realtà una donna che vive in un appartamento piccolo, ma soprattutto completamente messo sottosopra, vivendo insomma in una condizione di barbonismo domestico. Infatti c’è a terra tutta la roba, l’immondizia ovunque, ci sono scarafaggi dappertutto, e questa ragazza lavora in un centro di massaggi per persone molto benestanti, quindi proprio le influencer che questa bbbfamous tanto invidia!
Ecco questo è un elemento di cui parla “Celebrity” ossia l’invidia sociale; questa ragazza infatti rappresenta il pubblico, quel pubblico che invidia gli influencer che vede su internet, soffrendo nel vedere persone che si vantano delle proprie ricchezze, si vantano di cose molto desiderate e che questo pubblico vorrebbe avere, finendo per soffrire perché conscio di non poter mai avere quelle cose in tutta la vita.
Questo porta spesso le persone a soffrire, ma porta loro anche a sfogare la propria rabbia nella rete sfruttando l’anonimato, facendo dell’hating il proprio scopo di vita! Ci sono davvero persone che si svegliano la mattina al solo scopo di scrivere cattiverie contro le altre persone, magari anche contro uno specifico personaggio pubblico, ci sono persone che sono davvero fuori di testa in questo senso. Ricapitolando, bbbfamous, passa la vita ad invidiare e a sognare quella vita, ma anche a disprezzare queste persone!
Questo lo vedremo in una scena finale abbastanza emozionante di Celebrity, quando Seo Ah-ri arriva faccia a faccia con bbbfamous e lì, alla fine, ella esplode in un discorso generale contro le persone benestanti che vantano le proprie ricchezze, i benefici ed i lussi su internet, creando disagio verso chi queste cose non se le può permettere!
In questo senso rientra anche l’amica di Seo Ah-ri che ad un certo punto inizia a scrivere messaggi d’odio non solo contro le nemiche dell’amica, ma addirittura contro Seo Ah-ri, perché lei stessa era diventata invidiosa dell’amica:
Alla fine in fondo, magari anche chi è umile, sotto sotto certe cose le desidera, che sia il lusso o la semplice popolarità, persino Seo Ah-ri che è di animo buono e non è certo una persona snob, riconosce in fondo di bramare il successo per ottenere così anche una sorta di rispetto! Ah, un altro elemento davvero riuscito è la colonna sonora, realizzata da Kim Junseok e Jung Serin, il duo che ha realizzato la bellissima colonna sonora di “The Glory”, e che anche qui con Celebrity secondo me ha fatto un lavorone!
DIFETTI DI CELEBRITY
Ovviamente la serie di Celebrity ha anche alcuni difetti, ad esempio alcuni errori registici tipo diversi scavallamenti di campo, questo tra l’altro l’avevo già accennato nel video precedente. Poi ci sono delle cosette che non sono chiarissime ad esempio quando la società di Han Jun-kyung trova le prove contro la Taetang.
Diciamo che sono stati un po’ vaghi perché non hanno spiegato come hanno trovato queste prove, dove le hanno trovate, su cosa si basano insomma.
Anche Han Jun-kyung che dopo l’incidente si è risvegliato, porca miseria non c’ha manco un segno! Va bene che questo è ricco, però è proprio tornato col volto pulito e perfetto! Mi aspettavo qualche segno almeno. Insomma in conclusione questa secondo me è una serie davvero riuscita, stupenda, non perfetta, appassionante fino alla fine, con un certo realismo narrativo, benché poi verso la fine viri un po’ sul thriller, ma senza troppe sbavature a dire il vero!
E quindi io Celebrity la straconsiglio, nella speranza che venga vista da più persone possibili e che non rimanga nel sottobosco della nicchia come accaduto ad altre serie, o ad altri film asiatici. Purtroppo l’effetto “Squid Game”, “Non siamo più vivi”, non vale per tutte le sere coreane, bah!
Se l’articolo ti è piaciuto o vuoi semplicemente dire la tua, lascia un commento.